Roma, 18 nov. (LaPresse) – “L’economia sta vivendo il momento più drammatico dalla rivoluzione industriale in poi e noi ci interroghiamo, ci dividiamo, mediamo e poi ci dividiamo ancora sull’articolo 18? Questo è un incubo, per favore svegliamoci”. Così Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera ed esponente del Pd, in un’intervista a ‘Repubblica’.
“Per salvare la dignità del Pd – continua Boccia – il documento votato in direzione dovrà entrare così com’è alla Camera. Se così non sarà, se Sacconi riuscirà a far valere la sua interpretazione vorrà dire che sarà contento lui e sarà contenta la destra. Io invece sarò molto arrabbiato e mi chiederò cosa ne sarà di questo partito, o meglio, lo chiederò a Renzi”.
“Pensiamo davvero – si chiede Boccia – che limitare ulteriormente l’articolo 18 oltre quanto già previsto dalla legge Fornero possa, nel mondo di cui parlavo prima, rilanciare l’economia? Tanto più che lo ha detto Poletti – il Jobs act è a saldo zero: ciò vuol dire che per ogni euro che spendi ne deve entrare un altro. E’ così che pensiamo di estendere le tutele?”.
“Due aziende da sole – Amazon e Google – valgono tanto quanto tutta la Borsa di Milano. Io comincerei con il far sì che Amazon e Google paghino le tasse nei paesi dove operano, per esempio. Sicuramente sarebbe meglio recuperare risorse in questo modo che scannarci per poche centinaia di milioni sugli ammortizzatori sociali, o restare appesi alle diatribe sul lavoro fra Damiano da una parte e Sacconi dall’altra”, conclude Boccia.