Roma, 18 nov. (LaPresse) – “Questa mattina la maggioranza in commissione Lavoro di Montecitorio ha bocciato tutte le proposte emendative tese a inserire nella delega la norma contro le dimissioni in bianco, un ricatto fatto al momento dell’assunzione quando, insieme al contratto, viene fatta firmare anche la lettera di dimissioni senza data da usare come strumento di ricatto soprattutto nei confronti delle lavoratrici madri. L’asse Sacconi Renzi porta a casa un primo, pessimo, risultato”. Lo affermano il responsabile lavoro di Sel Giorgio Airaudo e la deputata di Sel Marisa Nicchi, prima firmataria della legge 188/2007 sulle dimissioni in bianco.
“La legge contro le dimissioni in bianco – prosegue Sel – era stata riapprovata alla Camera nei mesi scorsi, unica legge proposta dalle opposizioni, per poi essere affossate in Senato da Sacconi, nemico pubblico numero uno delle dimissioni in bianco, che da ministro del governo Berlusconi cancellò la legge n. 188 approvata dal governo Prodi, al grido di basta lacci e lacciuoli alle nostre imprese”. “Il Partito Democratico si era preso l’impegno di approvare il testo anche al Senato, ma non è andata così. Anzi, il rapporto con Ncd – prosegue la nota di Airaudo e Nicchi – fa fare al Paese un passo indietro su un diritto di civiltà che riguarda tutti i lavoratori ma che colpisce soprattutto le giovani donne”. “Sull’affossamento di questa che tutti considerano una norma di civiltà, Renzi e il Partito Democratico hanno qualcosa da dire? Renzi preferisce il rapporto con Alfano e soci a un diritto?”, concludono i deputati di Sel.