Di Giuseppe G. Colombo
Roma, 15 nov. (LaPresse) – “Mi ritrovo in mezzo, senza alcuna base di fondamento, a una vicenda di giochi politici. Dal ministro Profumo (all’epoca dei fatti, ndr) è stata fatta un’operazione cinica di manipolazione forse per sviare l’attenzione da fatti un po’ più critici”. A parlare così, in un’intervista esclusiva a LaPresse, è il segretario generale del ministero dell’Ambiente, Antonio Agostini, raggiunto da un avviso di chiusura di indagine da parte della procura di Roma per una vicenda del 2011, quando era direttore generale del ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, allora guidato dal ministro Francesco Profumo. Una vicenda che oggi mette in bilico la nomina di Agostini a capo della direzione dell’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione. I fatti risalgono all’ottobre del 2012, quando esplode il caso del progetto ‘Pillole del sapere’ del Miur: un articolo de ‘il Fatto quotidiano’ parla di sospette irregolarità in riferimento ad appalti informatici e immobiliari. L’allora ministro Profumo decide di chiedere alla Ragioneria generale dello Stato (Rgs) un’ispezione e l’inchiesta della procura prende poi avvio sulla segnalazione della Ragioneria, estesa anche alla Corte dei Conti. Inchiesta che oggi ha portato la procura a chiudere le indagini, ipotizzando i reati di abuso d’ufficio e turbativa d’asta nei confronti di Agostini.
D. Agostini, la vicenda risale al 2011-2012. Si parla di finanziamenti dell’Unione europea erogati a pioggia dal Miur per progetti di ricerca senza la verifica dei requisiti previsti dalla legge. Poi l’inchiesta nata dalla segnalazione della Ragioneria generale dello Stato, richiesta dall’allora ministro Profumo.
R. “Nell’ottobre del 2012, un articolo del ‘Fatto quotidiano’ riferisce di voci anonime che parlano di sospette irregolarità relative ad appalti informatici e immobiliari. Invece di fare un’ispezione nei confronti dell’ufficio di gabinetto o di altre strutture che avevano a che fare con il progetto ‘Pillole del sapere’, il ministro Profumo chiede alla Ragioneria generale dello Stato di avviare un’ispezione sulla Direzione generale della ricerca”.
D. Perchè Profumo non ha chiesto un’indagine alla Rgs sulle strutture più vicine al progetto?
R. “Il movente era quello di sviare l’attenzione, ma soprattutto di far esplodere il fumus di una malagestione da poter indurre poi una serie di cambiamenti, che sono stati poi effettivamente fatti. Quando Profumo ha visto l’articolo del ‘Fatto quotidiano’ sarebbe stato doveroso fare prima una verifica interna”.
D. Ritorniamo ad oggi. La vicenda è di nuovo alla ribalta proprio nei giorni in cui lei è stato audito dalle commissioni Attività produttive e Ambiente del Parlamento in merito alla sua nomina, indicata dal Consiglio dei ministri, per ricoprire l’incarico di capo della direzione dell’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione.
R. “E’ una campagna di stampa infamante”.
D. In che senso?
R. “Hanno preso spunto da una vicenda del passato, rispetto alla quale io sono totalmente estraneo”.
D. C’è un disegno dietro?
R. “Ritengo di essere rimasto in mezzo a una partita di antagonismo politico che componenti politiche o di lobby stanno conducendo nei confronti del governo. L’intervento a gamba tesa e a orologeria me lo lascia pensare: l’articolo è uscito il giorno dell’inizio delle mie audizioni in Parlamento”.
D. Le commissioni parlamentari hanno però dato via libera alla sua designazione.
R. “Prendo atto che la mattina in cui dovevo sottopormi alle audizioni è uscito un pesante articolo del ‘Fatto quotidiano’ che di fatto ricalcava un articolo uscito due anni prima. Sono entrato a fare queste audizioni nelle peggiori delle condizioni, ma devo dire che le commissioni parlamentari sono state molto presenti e attive: ringrazio i presidenti che giustamente hanno voluto sviscerare tutto. Al Senato, davanti alle commissioni, ho avuto 38 voti favorevoli e 8 contrari, alla Camera 58 voti a favore e 17 contrari”.
D. Agostini, cosa c’è dietro questa vicenda?
R. “Ci sono componenti politiche e di lobby che non vogliono l’istituzione dell’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e che il ‘feudo’ del nucleare venga regolamentato”.
D. La sua nomina all’Isin ora è in bilico. Ha avuto modo di sentire il ministro Galletti per capire quale decisione sarà assunta alla fine?
R. “Mi rimetto alla migliore valutazione da parte del governo. Mi sento di dire, da persona delle istituzioni, che non posso valere solo le regole del diritto, ma anche quelle dell’opportunità politica. Io non voglio creare disagi a nessuno e tanto meno al governo, con il quale collaboro. Sono intenzionato a collaborare con la magistratura, sicuro della mia onestà prima di tutto come uomo poi come dirigente dello Stato”.