Di Donatella Di Nitto
Roma, 8 nov. (LaPresse) – L’ultimatum Silvio Berlusconi proprio non se lo aspettava. Le parole di Matteo Renzi di ieri sera, “domenica mi aspetto una risposta telefonica, altrimenti martedì in commissione partiamo”, hanno tuonato ad Arcore e, riferiscono fonti interne al partito, non ce n’era bisogno. Di fatto il leader di Forza Italia sarebbe propenso ad accordare al premier la nona modifica richiesta all’Italicum, soprattutto dopo aver analizzato i risultati dell’ennesimo confronto Verdini-Guerini. A innervosire ulteriormente l’ex Cavaliere anche la riunione di maggioranza prevista per lunedì. Un segnale come per dire ‘se Forza Italia non accetta, abbiamo l’alternativa’. Per Berlusconi la soluzione migliore sarebbe comunque quella scritta nel patto del Nazareno con un sistema che produrrebbe una Camera composta da circa 70-80 per cento di nominati. Il restante 20-30 per cento di deputati sarebbe invece scelti dal partito vincente tramite le preferenze. Nel Pd invece si fanno strada altre ipotesi: la prima prevede un listino bloccato pari al 30 per cento degli eletti e il restante scelto dagli elettori. Un modello regionale proposto dalla ministra Maria Elena Boschi.
La seconda ipotesi, di Lorenzo Guerini, invece si basa sulla riduzione dei collegi da 120 a 80 “con la conseguente riduzione dei capilista bloccati in ciascun collegio, aumentando così la quota a disposizione degli elettori con le preferenze”. Berlusconi comunque continua a ripetere “che manterà il patto”, se qualcuno deve tradire non sarà di certo lui. Resta il fatto che Renzi sembra non essere più considerato dall’ex Cav una persona affidabile e non godrebbe più, confermano fonti vicine al cavaliere, della sua stima. Più volte in questi giorni infatti Berlusconi avrebbe ripetuto ai suoi “questo mi vuole fregare”, ma piuttosto che farsi mettere all’angolo il presidente è disposto a modificare l’Italicum, basta che non si vada ad elezioni anticipate.