Roma, 2 nov. (LaPresse) – “A differenza del passato io non ho il complesso del ‘nessun nemico a sinistra’. Non accetto la logica dello spostarci a sinistra anche noi per impedirlo. Se qualcuno dei nostri vuole andare con la sinistra radicale che ha attraversato gli ultimi vent’anni, in nome della purezza delle origini, faccia pure: non mi interessa”. Lo dice il presidente del Consiglio Matteo Renzi a Bruno Vespa per il libro ‘Italiani voltagabbana. Dalla prima guerra mondiale alla prima repubblica sempre sul carro del vincitore’ in uscita giovedì 6 novembre. “E’ un progetto identitario fine a se stesso – aggiunge il premier – e certo non destinato a cambiare l’Italia. Lo rispetto, ma non mi toglie il sonno. Il sonno me lo tolgono le crisi industriali, i disoccupati, la mancanza di peso nella lotta alla burocrazia, certo non Vendola o Landini”.
“LA SINISTRA CHE NON SI TRASFORMA SI CHIAMA DESTRA”. “Ho grandissimo rispetto per la piazza della Cgil e per i parlamentari che hanno partecipato a quella manifestazione”, ha detto il premier. “Ma – visto che ci chiamiamo progressisti – ha proseguito – io sono per il cambiamento che è nel dna della sinistra. E a casa mia la sinistra che non si trasforma si chiama destra”.
“CON CAMUSSO DIVERGENZE SU MODERNIZZAZIONE PAESE”. “Non è una questione di feeling personale, ci mancherebbe. E’ un’idea del paese, della sua modernizzazione, del ruolo di governo e della rappresentanza civile, non un fatto umano o interpersonale”.
“JOBS ACT NON CAMBIA”. “La delega sul lavoro alla Camera non cambierà rispetto al Senato”, ha aggiunto. “Alcuni dei nostri non voteranno la fiducia? Se lo fanno per ragioni identitarie, facciano pure. Se mettono in pericolo la stabilità del governo o lo fanno cadere, le cose naturalmente cambiano”.
“SCISSIONE PD?”. “Se si arrivasse a una scissione” del Pd “ma non ci si arriverà, la nostra gente sarebbe la prima a chiedere: che state facendo?”.