Roma, 9 ott. (LaPresse) – “Sono davvero soddisfatto”. Lo ha dichiarato in un’intervista al Gazzettino il senatore Maurizio Sacconi (Ncd), in merito all’approvazione in Senato del Jobs act. “Ho condiviso come relatore – ha aggiunto – il maxi-emendamento perché conferma l’impianto prodotto dalla commissione Lavoro: rafforza gli ammortizzatori sociali e consolida la riforma dello Statuto dei lavoratori con particolare attenzione agli articoli 4, 13 e 18.
Il contratto a tempo indeterminato risulta doppiamente incoraggiato dall’obiettivo di abbatterne gli oneri fiscali come dall’indirizzo di una regolazione semplice e certa dei licenziamenti”.
Il Jobs act è al momento una ‘legge delega’, ma Sacconi assicura che “già alla fine di quest’anno o all’inizio del prossimo avremo il nuovo statuto dei lavoratori”. Nel maxi-emendamento non è citato l’articolo 18 ma “è citato l’argomento: dove si dice che per le nuove assunzioni il contratto a tempo indeterminato ha le tali tutele, quello è l’articolo 18, ovviamente, e là dove si parla delle tecnologie di controllo a distanza, o delle mansioni, sono gli articoli 13 e 4, evidentemente”. “Noi puntiamo – spiega Sacconi – a estendere gli ammortizzatori a coloro che attualmente non ne dispongono, che abbiamo finora protetto con i cosiddetti ammortizzatori in deroga. La tutela è assicurativa, noi vogliamo estendere l’assicurazione obbligatoria. Contemporaneamente dobbiamo migliorare i servizi al lavoro. Nella delega emerge un principio al quale vorremmo che le Regioni si uniformassero: spendere dal lato della domanda del lavoratore, non dell’offerta di servizi. Mettere nelle mani del disoccupato una dote, e lasciarlo libero di scegliere nel sistema del collocamento, dell’orientamento e della formazione. Questi servizi devono competere tra di loro ed essere remunerati a risultato: i soldi li incassano solo se hanno trovato il lavoro”.
Sacconi, ricordando il suo amico Marco Biagi, il giuslavorista assassinato dalle Br nel 2002, ha concluso: “Credo che questa riforma gli sarebbe piaciuta: quando facemmo insieme il libro bianco, 12 anni fa, ci ispirammo alla flex security, alla combinazione tra flessibilità per le imprese e sicurezza economica dei lavoratori. La sua stessa riforma voleva essere un primo passo in questa direzione”.