Roma, 29 set. (LaPresse) – La direzione del Pd ha approvato l’odg che accoglie la relazione del segretario Matteo Renzi sul Jobs Act. I voti favorevoli sono stati 130, 20 quelli contrari e 11 gli astenuti. La mozione, sottolineano fonti dem, è passata con l’86% dei consensi.
Il risultato, scontato, visti i numeri all’interno della direzione, è stato però sofferto. Pesanti critiche al governo Renzi sono arrivate da Massimo D’Alema che ha parlato di “lunghissimo elenco di affermazioni prive di fondamento” e ha attaccato direttamente il premier. Con tutt’altri toni hanno contestato il segretario del Pd anche le altre anime della minoranza dem, da Pier Luigi Bersani a Pippo Civati, passando per Gianni Cuperlo, Stefano Fassina e Guglielmo Epifani.
A tutti ha replicato Renzi, difendendo l’operato del suo esecutivo. “Ci siamo parlati e ascoltati, ma definire il Governo privo di solidità e profondità, tutto slogan e annunci è una rappresentazione che va contro la realtà dei fatti”, ha ribattuto. “Questo Paese di slogan e annunci ha vissuto per tanto tempo – ha aggiunto Renzi -. Oggi c’è un disegno. Può piacere o meno ma lo porteremo avanti”.
Parole positive sono state spese dal premier nei confronti del dibattito infuocato che ha acceso la direzione Pd. “Io trovo che discussioni come quelle di oggi – ha spiegato – siano discussioni belle. Questo è un partito politico, un luogo dove si discute anche se poi non la si pensa alla stessa maniera”. Renzi ci ha tenuto però anche a richiamare la disciplina di partito al momento del voto in Aula. “Mi permetto di pensare – ha aggiutno – che poi alla fine si voti tutti allo stesso modo in Parlamento. Vedremo. Questa è stata la stella polare quando io ero in minoranza, pur non essendo in Parlamento”.