Bologna, 7 set. (LaPresse) – “Siamo un partito che è visto come una speranza in tutta Europa, è un risultato che deve lasciarci i brividi e darci responsabilità”. Lo ha detto il premier Matteo Renzi alla Festa dell’Unità di Bologna. “Il risultato delle europee – ha continuato – che abbiamo ottenuto, è soprattuto una responsabilità. Abbiamo scelto di non festeggiare, e mi hanno criticato. Ma in questo momento dobbiamo ricordarci che se abbiamo preso il 41% è perché solo noi possiamo riscrivere la storia di questo Paese. Perché o lo cambiamo noi o nessuno”.
“Razzi e Salvini – ha proseguito – sono andati in Corea del Nord, Salvini ha visto Nord sulla cartina e ci è andato. Quello che mi sconvolge è quello che Salvini ha detto rientrando. Non sorridiamo più invece quando Di Battista dice che bisogna dialogare con i terroristi dell’Isil. Con il Pd e Bersani non dialogano, ma con i terroristi sì”.
Il premier è poi tornato sulla questione degli 80 euro, rispondendo alle critiche di chi sottolinea che i consumi non sono cresciuti dopo il bonus. “Gli 80 euro – ha spiegato – prima di essere una misura economica, sono un’idea di società, è chi ha sempre pagato che inizia a ricevere qualcosa in dietro. E’ un atto di giustizia sociale”. Proprio parlando dei “gufi” e di chi “rema contro”, ha aggiunto: “Finora i tecnici ci hanno detto che è finita la luna di miele. Lo dicevano anche prima delle Europee e a noi ci porta bene. C’e’ una parte di esperti del Paese cresciuta all’ombra della prima Repubblica, che è stata incapace per 20 anni di leggere Berlusconi, non ha anticipato la crisi e ora ci spiega che gli 80 euro sono un errore. Ma non accettiamo lezioni”. “Gli esperti che ci dicono che stiamo sbagliando tutto vogliamo sfidarli nel merito”, ha concluso il premier.
Dopo il comizio, Renzi si è fermato a parlare con i volontari che hanno lavorato alla Festa e proprio mentre salutava un militante ha risposto a una domanda sul futuro de l’Unità, il quotidiano fondato da Antonio Gramsci le cui pubblicazioni si sono interrotte dal 1 agosto. “Ci sono delle trattative in corso, speriamo a stretto giro di ripartire”, ha detto ricevendo dal volontario un plico con 300 firme. Il premier ha preso il plico e lo ha tenuto con sè, sorridendo prima di andare via.