Renzi e Squinzi creano l’anti Cernobbio e varano patto Brescia

Di Jan Pellissier

Gussago (Brescia), 6 set. (LaPresse) – “Ci vediamo presto”. Matteo Renzi stringe la mano a Giorgio Squinzi e sigla un’alleanza che solo a marzo pareva impossibile. A Gussago, i due stamattina hanno ribaltato lo schema dei salotti, creando un anti-Cernobbio nel bresciano. “Quelli che dicono che non ce la facciamo, sono gli stessi che non ne hanno azzeccata una di previsione negli ultimi 20 anni” la frecciata di Renzi ai salotti dell’Ambrosetti. Squinzi, mai visto a Cernobbio, sul palco nello stabilimento delle Rubinetterie Bresciane sorrideva. Il no all’Ambrosetti, ma soprattutto le mosse europee del premier sono piaciute al leader di Confindustria, perché la flessibilità europea porterà soldi nelle esangui casse delle imprese italiane. “Bisogna correggere i problemi di fondo della Ue, ma anche il modo in cui si è affrontata affrontare la crisi, tramite l’austerità. Non si cresce da 15 anni, e condivido la posizione del presidente del consiglio in questa revisione” ha spiegato Squinzi. Si spera arrivino soldi per investire, crescere ed assumere. Giuliano Poletti, dopo il saluto tra i due, è poi rimasto a Gussago a lungo a parlare con il presidente di Confindustria fianco fianco in un salottino durante il buffet.

Poletti ha fatto da ambasciatore del premier, l’autunno del ‘Job act’ sarà, par di capire, già abbastanza complesso in Parlamento, meglio evitare altri ‘ice bucket’ anche dagli imprenditori sulla riforma del lavoro. “Dobbiamo fare i conti con le risorse ed è un problema che abbiamo” ammette Poletti, riferendosi ai contratti delle forze dell’ordine, ma il problema è generale. Anche Renzi, in merito alla scarsità delle risorse, non si nasconde: “E’ chiaro che nello Sblocca Italia non ci sono tanti quattrini, serve ad usare quelli che già ci sono sul campo”. A cui si potranno aggiungere quelli che potrebbe sbloccarsi con la nuova flessibilità europea, oltre a quelli della Bce. “La differenza tra chi chiacchera e chi è capace, è che i secondi i problemi li risolvono” ha spiegato Renzi alla famiglia Bonomi che oggi ha inaugurato un impianto costato 50 milioni e che vuole essere un manifesto della rubinetteria italiana, settore in cui eravamo leader, e che nelgi ultimi anni soffre la concorrenza dei Paesi dove la mano d’opera costa poco. Una sfida, che piace al premier: “Non si va da nessuna parte facendo solo riforme ma senza industrie”.

Quanto durerà e cosa porterà questa alleanza Palazzo Chigi-viale dell’Astronomia è difficile da dire. Certo sia il Governo che gli industriali, stanno usando le ultime cartucce che hanno disposizione, per non perdere quello che il chief economist della Bce, Peter Praet ieri ha definito “momentum”. I rischi di un’ulteriore flessione sono dietro la porta. Più vicini che mai, Squinzi e Renzi forse lo sanno meglio di tutti. L’arca va costruita prima del nubifragio. Quel “ci vediamo presto” del premier, è un invito a cui gli industriali risponderanno, solo se il Governo interverrà subito sui punti nodali, che Squinzi ricorda a ogni piè sospinto: burocrazia, tasse e industria: “Noi appoggeremo il Governo sulle decisioni di politica economica, bisogna incidere sui vincoli che bloccano il mercato interno – ha spiegato Squinzi – la sofferenza del Paese, soprattutto quella sociale, è acuta, e solo creando del lavoro la si può far diminuire”. Il Governo quindi, secondo Squinzi “deve fare tutto quello che può per ritrovare la crescita”. A presto i primi sviluppi.