Scuola, Pantaleo (Flc-Cgil): Resta il nodo delle risorse per i precari

Di Giuseppe G. Colombo

Roma, 4 set. (LaPresse) – A.A.A. cercasi risorse perchè “bisogna capire se questa riforma si può fare concretamente” o, al contrario, alcune misure, come la stabilizzazione degli insegnanti precari, saranno “rinviate a data da destinarsi”. E’ il numero uno della Flc-Cgil, Domenico Pantaleo, in un’intervista esclusiva a LaPresse, a delineare luci e ombre della riforma della scuola targata Matteo Renzi. Premessa positiva per la Cgil scuola perchè, spiega Pantaleo, “la fine del precariato, con la previsione di assumere 150mila docenti precari a settembre 2015, va nella giusta direzione”.

I nodi per il sindacato, però, vengono subito al pettine quando si affronta il tema delle risorse, piatto forte dei critici nei confronti dell’esecutivo.

D. Segretario, le linee guida della riforma parlano di stabilizzazione dei precari, più merito tra i docenti, risorse aggiuntive per la scuola nella legge di stabilità. Tutto questo basta?.

R. “Il problema è capire se queste misure potranno essere attuate o meno in relazione alle coperture finanziarie: mi pare ci sia un po’ di contraddizione nel dire che si mettono più risorse e poi, nello stesso giorno, la ministra Madia annuncia che il blocco per i contratti degli statali ci sarà anche nel 2015 perchè non sono state trovate le risorse necessarie”.

D. Il presidente del Consiglio, però, ha individuato una cifra certa: circa 3 miliardi per l’assunzione di circa 148mila nuovi docenti.

R. “Servono certezze sulle risorse, non bastano i ‘circa’ e poi bisogna capire la copertura delle altre misure in base al loro sviluppo nel senso che ci sono delle norme, come quella sugli scatti, che sono poco chiare”.

D. Il nuovo sistema degli scatti prevede che due docenti su tre, ogni tre anni, avranno 60 euro netti in più in busta paga attraverso un meccanismo che premierà il merito degli insegnanti. E’ un buon segnale per il mondo della scuola, che spesso è stato accusato di scarsa meritocrazia?.

R. “A dire il vero non si capisce chi valuta e che cosa si valuta: mi sembra che l’impostazione sia condizionata da vecchi retaggi ideologici e poi noi diciamo che questo discorso va fatto all’interno della cornice del contratto, non fuori”.

D. C’è poi, nel disegno del Governo, una maggiore integrazione tra scuola e lavoro.

R. “La riforma è troppo schiacchiata sull’impresa e non scommetterei sull’equazione ‘più impresa a scuola, più lavoro al termine del percorso scolastico’. In questo la riforma non ci convince affatto, tutt’altro”.

D. Promozione a metà o bocciatura, segretario, per questa riforma?.

R. “Dico che ci sono cose buone e molte cose da chiarire: di sicuro sulla questione degli scatti non molleremo”.