Roma, 7 ago. (LaPresse) – Riprendono le votazioni a Palazzo Madama sul disegno di legge di riforma del Senato. Si andrà avanti ad oltranza “anche oltre la mezzanotte” in modo che il voto finale si svolga nella mattinata di domani, come annunciato il presidente del Senato Pietro Grasso in apertura dei lavori. Domani mattina alle 9.30 inizieranno le dichiarazioni di voto finali.
BAGARRE IN AULA. Bagarre in aula al Senato e prima espulsione. Dopo vari richiami all’ordine, il presidente Pietro Grasso ha fatto accomodare fuori dall’emiciclo Stefano Lucidi senatore del Movimento 5 Stelle dopo due richiami. “Adesso cominciamo a prendere provvedimenti – ha avvertito Grasso – Visto che è imbavagliato, senatore Lucidi si accomodi fuori”. La seconda carica dello Stato ha quindi sospeso la seduta.
REFERENDUM PROPOSITIVO. Sarà possibile, in base alla Costituzione, indire referendum propositivi e di indirizzo, e non soltanto abrogativi. Lo prevede l’emendamento all’articolo 11 del ddl sulle riforme proposto dai relatori Finocchiaro e Calderoli e approvato con 200 sì da Palazzo Madama.
MODIFICATO QUORUM REFERENDUM. Il Senato ha approvato l’articolo 15 del disegno di legge sulle riforme costituzionali che disciplina l’istituto del referendum abrogativo modificando quanto previsto finora dall’articolo 75 della Costituzione. In base al nuovo articolo per indire la consultazione popolare serviranno 800mila firme o la richiesta di 5 Consigli regionali, e la proposta soggetta a referendum sarà approvata se avrà votato la maggioranza degli elettori che hanno partecipato all’ultima elezione per la Camera dei deputati, invece della maggioranza degli aventi diritto, come previsto finora. Il referendum potrà essere indetto anche con 500mila firme, soglia prevista fino ad oggi dalla Costituzione, ma in quel caso dovrà votare la maggioranza degli aventi diritto per raggiungere il quorum.
APPROVATO ART. 11: 150MILA FIRME PER LEGGI DI INIZIATIVA POPOLARE. Con 214 voti favorevoli, 17 contrari e 13 astenuti Palazzo Madama ha approvato l’articolo 11 del disegno di legge di riforma del Senato che modifica l’articolo 71 della costituzione. Serviranno 150mila firme per proporre leggi d’iniziativa popolare. Nel testo della Costituzione finora in vigore le firme necessarie per proporre leggi sono invece 50mila. La nuova soglia di 150mila è stata introdotta da un emendamento approvato questa mattina su proposta dei relatori. Nel testo originario del ddl riforme approdato in aula la soglia necessaria veniva alzata fino a 250mila.
“Il Senato della Repubblica – recita inoltre il nuovo testo – può, con deliberazione adottata a maggioranza assoluta dei suoi componenti, richiedere alla Camera dei deputati di procedere all’esame di un disegno di legge. In tal caso, la Camera dei deputati procede all’esame e si pronuncia entro il termine di sei mesi dalla data della deliberazione del Senato della Repubblica”.
APPROVATO EMENDAMENTO SEL SU TUTELA MINORANZE LINGUISTICHE. Aperti i lavori, l’Aula ha approvato questa mattina un emendamento al ddl riforme che vede come prima firmataria la parlamentare di Sel Loredana De Petris e prevede che le disposizioni costituzionali in materia di tutela delle minoranze linguistiche siano di competenza di entrambe le camere, e dunque anche del Senato. L’emendamento è il 10,71 e su di esso il governo si era rimesso all’aula.
ARTICOLO 10: DL APPROVATO DA CAMERA PASSA IMMEDIATAMENTE A SENATO. Il Senato ha approvato l’articolo 10 del disegno di legge sulle riforme che modifica l’articolo 70 della costituzione. L’articolo prevede che ogni disegno di legge approvato dalla Camera sia immediatamente trasmesso al Senato che, entro dieci giorni, su richiesta di un terzo dei suoi componenti, può disporre di esaminarlo. Nei trenta giorni successivi il Senato può deliberare proposte di modificazione del testo. E’ invece stato cancellato rispetto alla formulazione originaria, per effetto di un emendamento della relatrice Anna Finocchiaro approvato da Palazzo Madama, il limite temporale di 20 giorni entro i quali la Camera avrebbe dovuto pronunciarsi in via definitiva sulle proposte di modifica avanzate dal Senato.
ABOLITO CNEL. Intanto, ieri Palazzo Madama ha dato il via libera all’all’articolo 27 del disegno di legge costituzionale per le riforme, che abroga l’articolo 99 della Costituzione e, di conseguenza, sopprime il Cnel. I voti favorevoli sono stati 203, 11 i contrari e 7 gli astenuti.
ABOLITE LE PROVINCE. l’aula ha anche dato il semaforo verde all’abolizione delle province con 179 sì, 41 no e 9 astenuti. Con il via libera all’articolo 28 del disegno di legge di Riforma costituzionale si modifica infatti l’articolo 114 della Costituzione, sopprimendo la parola Province nelle articolazioni territoriali della Repubblica.
FIDUCIA GOVERNO DIPENDERA’ SOLO DALLA CAMERA. Via libera dell’aula del Senato all’articolo 25 del disegno di legge di Riforma costituzionale, che modifica l’articolo 94 della Costituzione, in merito alla fiducia al Governo. Il capitolo è stato quindi approvato senza modifiche così come licenziato dalla commissione Affari costituzionali. L’articolo 25 prevede che solo la Camera dei deputati sia titolare del rapporto di fiducia con il Governo. I voti favorevoli sono stati 179 mentre i contrari 40.
SOLO LA CAMERA AUTORIZZA A PROCEDERE NEI CONFRONTI DI PREMIER E MINISTRI. Disco verde dell’aula del Senato all’articolo 26 del disegno di legge sulle riforme con 158 voti a favore, 28 contrari e 2 astenuti. La norma modifica l’articolo 96 della Costituzione e prevede che solo la Camera dei deputati deve dare all’autorità giudiziaria l’autorizzazione a procedere nei confronti del presidente del Consiglio o dei ministri.
REFERENDUM. Le firme necessarie per indire un referendum abrogativo ritornano a quota 500mila, ma resta in campo l’opzione di un quorum più basso se ne vengono raccolte 800mila. E’ il contenuto di un emendamento al ddl delle riforme, presentato dai relatori, Anna Finocchiaro e Roberto Calderoli, nell’aula del Senato, dove é in corso l’esame del provvedimento. Con l’emendamento dei relatori, inoltre, viene previsto lo stop all’ipotesi di un giudizio della Corte costituzionale a metà della raccolta delle 800mila firme.
PROPOSTA DI LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE. Le firme necessarie per presentare una proposta di legge di iniziativa popolare passano da 250mila 150mila. E’ quanto prevede un emendamento dei relatori, Anna Finocchiaro e Roberto Calderoli, al disegno di legge di Riforma costituzionale che modifica il testo uscito dalla commissione in Senato e che sarà votato a breve in aula. Secondo la nostra Carta i firmatari sono 50mila. In un altro emendamento invece i relatori hanno inserito in Costituzione i referendum propositivi. Saranno le Camere, secondo l’emendamento, ad approvare una legge che disponga le modalità di attuazione.