Roma, 6 ago. (LaPresse) – Il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (Cnel), per cui il Senato ha votato oggi l’abolizione, è un organo di rilievo costituzionale previsto dall’articolo 99 della Carta e istituito nel gennaio del 1957. Il costo per il suo funzionamento è stato di 32 milioni nel 2013, a fronte di entrare previste per l’esercizio corrente di 19 milioni, e in 60 anni ha avanzato 14 proposte legislative, nessuna convertita in legge dal Parlamento, e ha fornito 5 pareri.
Le funzioni del Cnel sono proprio quelle di esprimere pareri e promuovere iniziative di legge su materie economiche. I pareri sono forniti solo su richiesta di Governo, Camere o Regioni e non sono vincolanti. Il Consiglio si occupa poi anche di produrre rapporti, studi, indagini, relazioni e protocolli d’intesa. Il presidente del Cnel è nominato con decreto del Presidente della Repubblica, al di fuori degli altri componenti. L’attuale presidente è Antonio Marzano, che, stando a quanto riporta il sito, ha uno stipendio lordo annuo di 187.598 euro.
Il Cnel, come stabilito dall’articolo della Costituzione, è composto da esperti economici e rappresentanti delle parti sociali che lavorano da consulenti di Camera e Senato. I consiglieri sono 64, tra cui dieci ‘esperti della cultura economica, sociale e giuridica’, dei quali otto nominati dal Presidente della Repubblica e due proposti dal Presidente del Consiglio dei Ministri.
Altri quarantotto membri del Consiglio, invece, sono i rappresentanti delle categorie produttive, dei quali ventidue rappresentano il lavoro dipendente, nove il lavoro autonomo e diciassette le imprese. I restanti sei siedono al Cnel in rappresentanza del mondo delle associazioni di promozione sociale e delle organizzazioni del volontariato. I membri del Cnel restano in carica per cinque anni e possono essere riconfermati.
Tra gli altri consiglieri attuali del Cnel figurano il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, e quello della Cisl, Raffaele Bonanni. Stando a quanto si legge nel bilancio 2013, il Cnel ha registrato al 31 dicembre scorso un ‘tesoretto’ pari a un fondo cassa di 27,1 milioni di euro, con un saldo netto patrimoniale di 16,3 milioni.