Roma, 4 ago. (LaPresse) – Il patto del Nazareno – che ha sancito l’accordo con Silvio Berlusconi sulle riforme – non nasconde nessuna legge speciale che permetta all’ex Cavaliere di ricandidarsi nonostante i paletti della legge Severino. Lo assicura il premier Matteo Renzi, in una intervista pubblicata oggi da Repubblica. “Sono certo – dice – che sia finito il tempo delle leggi ad personam. Anche perchè i percorsi giudiziari sono andati, con tutto ciò che sappiamo. Basta proporre passaggi impropri tra le riforme e le utilità del leader di Forza Italia. Dopo le riforme, torneremo ad essere divisi. Anzi, facciamo le riforme proprio per evitare in futuro di essere costretti a governare insieme”.
“PATTO CON BERLUSCONI NON E’ SEGRETO”. Il patto del Nazareno, spiega Renzi, è “scritto” e contiene “quello che si legge negli atti parlamentari sulle riforme”. Il presidente del Consiglio ricorda che nel percorso di rinnovamento degli assetti istituzionali del Paese “tutti sono fondamentali”, ma i “numeri” per arrivare alla fine “ci sono anche senza di lui”, cioè anche senza Berlusconi. “Dopo anni di riforme l’uno contro l’altro – puntualizza Renzi – ora si è affermato il principio di farle insieme. Mi sembra un passo in avanti nella cultura politica italiana”.
“NON SARA’ UN AUTUNNO CALDO”. Sul fronte della crisi Renzi rassicura: “La ripresa è debole. Ma non siamo messi male e il prossimo non sarà un autunno caldo”. “So bene che la ripresa è fragile, come dice Draghi. L’eurozona – ha aggiunto – cresce meno degli altri. L’Italia non ha invertito la marcia e non la invertirà con la bacchetta magica. Ma la narrazione degli autunni caldi è un noioso deja vu”. Il presidente del Consiglio ha ricordato poi che “non ci sarà manovra correttiva quest’anno” e che le tasse non verranno toccate: “tutti i denari che servono verranno dalla riduzione della spesa”, che è una “scelta politica” e non “tecnica”. L’Italia, ha ribadito Renzi, “non supererà il 3% nel rapporto deficit/pil” e “ci sono le condizioni per uscire dalla crisi”. L’ipotesi della Troika pare comunque lontana, perché, ha detto Renzi, “è la negazione della politica”.