Roma, 1 ago. (LaPresse) – L’articolo 1 del disegno di legge sulle Riforme costituzionali, approvato ieri con 214 sì, 81 no e 6 astenuti, sancisce la fine del bicameralismo perfetto. Il cuore della riforme Boschi va infatti a modificare all’articolo 55 della Costituzione conferendo solo alla Camera dei deputati “il rapporto di fiducia con il governo ed esercita la funzione di indirizzo politico, la funzione legislativa e quella di controllo dell’operato del governo”.
Al Senato delle Autonomie invece spetta il compito di rappresentare “le istituzioni territoriali. Concorre, secondo modalità stabilite dalla Costituzione, alla funzione legislativa ed esercita la funzione di raccordo tra lo Stato e le Regioni, le Città metropolitane e i Comuni. Partecipa alle decisioni dirette alla formazione e all’attuazione degli atti normativi dell’Unione europea e, secondo quanto previsto dal proprio regolamento, svolge attività di verifica dell’attuazione delle leggi dello Stato e di valutazione dell’impatto delle politiche pubbliche sul territorio”.
Ad arricchire il testo del governo due emendamenti approvati dall’aula di palazzo Madama. La prima norma di modifica prevede che le leggi che stabiliscono le modalità di elezione delle Camere promuovono la parità nella rappresentanza dei generi, mentre la seconda, la più contestata perché ha visto la maggioranza battuta dalle opposizioni, affida al nuovo Senato competenze paritarie a quelle della Camera, inserendo i temi della salute e quelli eticamente sensibili (come bio-testamento, diritti civili, fine vita) previsti dagli articoli 29 e 32 della Costituzione.