Roma, 19 lug. (LaPresse) – “Questa sentenza conferma che avevamo ragione noi. Quegli atteggiamenti successivi alla condanna Mediaset, quella deriva estremista sino a minacciare il ritiro sull’Aventino hanno portato solo problemi a Berlusconi e al Paese. Invece bisognava restare con tutti e due i piedi nel sistema per costruire un’altra Italia”. Così Gaetano Quagliariello, coordinatore nazionale Ncd, in un’intervista rilasciata ad ‘Avvenire’ ricorda le divisione con gli ex ‘falchi’ del Pdl ai tempi della sentenza di primo grado del processo Ruby, che aveva condannato Silvio Berlusconi a sette anni. “La rottura tra noi e loro è stata su questo punto – aggiunge – D’altra parte chi ci ha ferocemente criticato oggi prende atto che esiste anche una magistratura che fa il suo mestiere e alla fine garantisce lo stato di diritto. Potrebbero metterci un pizzico di onestà intellettuale in più, e ammettere che gridare al complotto è stato inutile e sbagliato”.
“Quantomeno – spiega Quagliariello – bisogna alzare la soglia al 40 per cento, garantire oltre la governabilità anche la rappresentanza, e introdurre le preferenze. E poi quest’apertura di M5S al doppio turno di partito…”. Secondo il coordinatore Ncd anche la riforma della giustizia va fatta con Berlusconi: “Va cercato un coinvolgimento ampio – sottolinea – E noi al tavolo dobbiamo integrare i 12 punti del governo. Basta riprendere il documento dei saggi. E inoltre vogliamo separazione delle carriere e un intervento più incisivo sul Csm per anestetizzare le correnti e rendere più efficace il giudizio disciplinare”.
“Sul piano umano – aggiunge Quagliariello – sono contento per lui. Poi mi sono sentito rassicurato. La sentenza ha condannato chi ha inteso la toga come arma di lotta politica e, d’altro canto ha affermato che gli errori politici, gli stili di vita e i comportamenti sbagliati possono essere stigmatizzati sotto l’aspetto etico e politico ma non trasportati nelle aule dei tribunali”.