Ue, verso rinvio ad agosto. Ira Renzi: Rispetto per Italia

Bruxelles (Belgio), 16 lug. (LaPresse) – Slitta con ogni probabilità a fine agosto la partita che riguarda le nomine Ue. L’intendimento dei leader europei, spiegano fonti diplomatiche, sarebbe infatti quello di chiudere in modo unitario e complessivo tutto il ‘pacchetto’ delle candidature ai vertici delle istituzioni comunitarie, senza procedere quindi alla scelta dell’Alto rappresentante per la Politica estera e la sicurezza dell’Unione o del presidente del Consiglio, prima di aver trovato ‘la quadra’ su tutte le caselle mancanti. In questo quadro Roma gioca una partita nella partita e dovrà aspettare le vacanze prima di ‘incassare’ un eventuale successo nelle trattative. “L’Italia chiede rispetto, non posizioni” tuona Matteo Renzi quando – mancano pochi minuti alle 20 – arriva a Bruxelles per partecipare al vertice straordinario dei Capi di Stato e di governo. Gli altri leader europei sono già pronti per il giro tavolo delle telecamere e la foto opportunity, reduci da un pomeriggio ricco di trattative. Il premier è scuro in volto. Poco ha gradito le ‘eccezioni’ sollevate da alcuni paesi Ue nei confronti di Federica Mogherini, considerata troppo vicina a Mosca da alcuni (a Est) e troppo giovane e inesperta da altri (“abbiamo bisogno di qualcuno con più competenze in politica estera”, attacca nel pomeriggio Elmar Brok, presidente della Commissione Affari esteri al Parlamento europeo e consigliere della cancelliera tedesca Angela Merkel). Renzi non intende retrocedere. “Esiste un accordo con il Ppe che prevede che la scelta di Mr o Mrs Pesc spetti ai socialisti e i socialisti hanno un unico nome: Federica Mogherini. Non c’è nessun ‘piano B'”, ripete ai suoi prima di lasciare Roma, dopo aver deciso di non partecipare all’abituale pre consiglio Pse (dal quale emerge anche la candidatura da parte dei socialisti della premier danese Helle Thorning-Smith alla presidenza del Consiglio europeo) e di limitare al minimo eventuali incontri bilaterali. Prima della cena, il premier ‘si concede’ solo al presidente del Parlamento europeo Herman Van Rompuy e a Francois Hollande e fa poi una lunga chiacchierata con Angel Merkel. È Van Rompuy a informare Renzi della “estrema difficoltà” riscontrata nel comporre un pacchetto di nomine complessivo e della possibilità di convocare un nuovo vertice più in là. Il presidente del Consiglio, ‘facilitatore’ delle trattative non parla di nomi, non ne propone. Non è lui, come lasciato trapelare da ambienti Ppe a sondare il terreno per un eventuale approdo di Enrico Letta alla presidenza del Consiglio Ue. Gli uomini vicini al premier sono consapevoli si tratti di un tentativo di intorbidire le acque, ma la questione – assicurano – “non esiste”. “In effetti è una cosa che ho sentito – scherza sull’argomento Martin Schulz prima che il working dinner abbia inizio – da chi? Ah, sì: da voi giornalisti”. La cena va avanti fino a tardi, con chi segna già in agenda la data del 28 agosto per un nuovo match sulle nomine, insistendo nel voler rendere operativa la squadra della commissione e chi si accontenterebbe di individuare intanto il presidente del Consiglio Ue, quello dell’Eurogruppo e Mr (Lady, è pronto a scommettere Renzi, disposto a non avere fretta pur di portare a casa il risultato) Pesc.