Roma, 15 lug. (LaPresse) – “Vi chiedo la lealtà che so di poter avere. Non nei miei confronti ma verso il Paese”. Così il presidente del Consiglio e segretario del Pd, Matteo Renzi, ha aperto la riunione dei gruppi parlamentari del partito alla Camera. “Non voglio imporvi le mie idee o quelle della dirigenza del Pd”, ma “dobbiamo costringerci a una tempistica stringente e a un impegno decisivo per il Paese”, ha detto Renzi, che ha precisato “non sono qui per conquistare la vostra simpatia”, ma per “chiedervi una mano”, sulle riforme e sui grandi temi “io sono disposto a confrontarmi anche con chi non la pensa come me a patto che la pensiamo come tutti gli italiani e cioè che non c’è un minuto da perdere”.
Tempi sicuri e rapidi sono stati il leit motiv del premier, che sulla “rivoluzione della Pubblica amministrazione” ha detto che “ha bisogno della concertazione ma anche della certezza di intervento. Il nostro obiettivo è garantire al cittadino di avere un servizio degno di questo nome”. “La madre di tutte le battaglie”, però, ha affermato Renzi, “è la scuola. Su questo non abbiamo fatto tutto, anzi”. “Questa è la prima riunione che facciamo dopo il risultato elettorale”, ha ricordato il leader democratico ai suoi, “quel 40,8% dovrebbe non farci dormire la notte. Questo risultato dovrebbe caricarci di una responsabilità straordinaria. I cittadini ci hanno dato l’opportunità di cambiare sul serio. Se non cambiamo davvero tradiamo gli italiani”. Renzi ha spiegato che “ha smesso di piovere sulla crisi economica, ma non è ancora arrivato il sole. C’è foschia”, per questo ha chiesto ai parlamentari di fare poche ferie. “Non è un atto di flagellazione biblica – ha precisato – , ma abbiamo troppi decreti e c’è tanto lavoro parlamentare da fare”. In sala si è immediatamente creato brusio, tanto da costringerlo a puntualizzare che “essendo in streaming” quella reazione “passa male”.
Renzi ha inoltre annunciato che tra agosto e settembre visiterà “dieci realtà italiane particolari”, tra cui Napoli con Scampia e Secondigliano, Reggio Calabria e Gioia Tauro, L’Aquila e Piombino, il Sulcis e Olbia, Gela, Taranto, Termini Imerese e l’Emilia Romagna. “Mi prenderò fischi – ha aggiunto – contestazioni e insulti, ma è doveroso per noi dire che il 40,8% ci porta a dover essere lì, nelle situazioni di difficoltà, dando a questi luoghi una possibilità concreta”. La prossima occasione per fare il punto coi suoi dovrebbe essere per il 24 luglio, giorno in cui è stata fissata la direzione del partito dopo l’ok alla riforma del Senato. Ma se quest’ultima dovesse trascinarsi per le lunghe, anche la direzione verrà rimandata di conseguenza.