Roma, 14 lug. (LaPresse) – Una pioggia di consensi si è riversata sul web dopo la lettera aperta di Raffaele Fitto a Silvio Berlusconi, in cui l’europarlamentare di Forza Italia invita il presidente del partito a smarcarsi da Matteo Renzi. Tra i pareri favorevoli anche quello di Francesco Storace (‘vi ammiro, ma se ne fregano. Renzi ha vinto alla lotteria’). Ma in un’altra lettera il capogruppo di Fi al Senato, Paolo Romani, frena il collega di partito: “Prendere tempo. Tempo per cosa? – ha scritto ieri in serata -. Per cambiare un accordo che abbiamo già migliorato moltissimo? Per sfilarci da un processo riformatore che chiediamo prima della sinistra?”.

“Non siamo contro le riforme”, precisa Fitto nelle prime righe della lettera pubblicata ieri sul suo sito. Ma, si precisa, il patto del Nazareno, pur avendo rappresentato “un’ottima iniziativa politica”, ha subito poi una trasformazione radicale che rischia di fagocitare l’identità di Forza Italia. “Come per magia – scrive Fitto – settimana dopo settimana il quadro è cambiato fino ad essere capovolto: il sistema elettorale frutto di quell’accordo non c’è più, ed è destinato ad essere ulteriormente modificato, e in primo piano è apparsa una modifica costituzionale che tuttora fa molto discutere e non convince la gran parte dei nostri parlamentari”.

Dopo una prima parte ‘analitica’ in cui Fitto passa in rassegna le riforme costituzionali e le critica, paventando il rischio di creare un “pasticcetto” di cui fra qualche tempo gli italiani potrebbero chiedere conto, l’europarlamentare va al dunque e sferra l’affondo: “Stiamo sbagliando. Sembriamo ipnotizzati da Renzi. Non è accettabile che, nel silenzio del nostro partito, Renzi si permetta di ridicolizzare alcuni nostri senatori solo perché la pensano diversamente”. L’ex presidente della Regione Puglia problematizza e insinua dubbi: “Siamo sicuri che questo atteggiamento così passivo sia utile a te e alla nostra parte politica? Io ritengo che tutto questo sia sbagliato. E sono convinto che anche tu – Berlusconi, ndr – in fondo la pensi in questo modo”.

Ma il parricidio moderato di Fitto arriva a poche righe dalla fine della lettera. “E’ ancora più sbagliato – scandisce – porre una sorta di questione di fiducia su di te ogni volta che qualcuno solleva una più che ragionevole questione di merito, usando a seconda delle convenienze il patto del Nazareno per bloccare la discussione”. L’esponente di punta di Forza Italia si tutela: nessuna rottura, nessuna infedeltà (“Tutto questo lascia presagire spaccature o rotture? No: abbiamo bisogno di discutere”); intanto però mette nero su bianco un dissenso che dà voce a una parte del partito e dell’elettorato. Fitto non risparmia neppure il tasto dolente della giustizia. “I collegamenti e i richiami con la riforma della giustizia – precisa – mi paiono sinceramente fuori dal novero delle cose possibili, come già abbiamo avuto modo di verificare in questi anni”. “Rischiamo di perdere sempre di più la nostra identità e di consegnarci”, avverte e rilancia: “La pensano così in tantissimi: anche tanti che per affetto sono in silenzio. Io ho deciso di dirtelo anche pubblicamente e con lealtà”. Il messaggio nella bottiglia è chiaro e aperto non solo a Berlusconi, ma anche a tutto l’elettorato di Forza Italia in cerca di un nuovo leader.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata