Milano, 14 lug. (LaPresse) – Sono state due donne a far finire nei guai Roberto Maroni. Il governatore lombardo è stato iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Busto Arsizio perché avrebbe “fatto pressioni” per far ottenere a Maria Carluccio e Maria Grazia Paturzo, non inserite nel suo staff per timore che la Corte dei Conti facesse dei controlli e contestasse le loro assunzioni, contratti con Eupolis e con Expo 2015. Questa l’ipotesi del procuratore Eugenio Fusco e del sostituto Pasquale Addesso, che hanno inviato i carabinieri del Noe a Palazzo Lombardia per notificare l’avviso di garanzia a Maroni e sequestrare materiale cartaceo e informatico. Perquisiti anche gli uffici di Roma della Regione, dove lavoravano le due donne.
Maria Carluccio, che aveva già lavorato per Maroni al Viminale, ha ottenuto una consulenza di 29.500 euro annui da Euopolis, l’istituto regionale che si occupa di ricerca, statistica e formazione. La somma sarebbe stata “fissata” dalla donna “per proprie esigenze fiscali”. Più consistente il mensile che Maria Grazia Paturzo, ex collaboratrice della portavoce di Maroni, Isabella Votino, riceveva dal novembre scorso da Expo: ben 541* euro al mese per due anni per fare trait d’union con la Regione e organizzare eventi come il ‘World Expo Tour’ e il tour delle province lombarde. In questo caso a essere concussi sarebbero stati esponenti di Expo 2015 ancora da identificare e dirigenti di ‘Obiettivo lavoro temporary manager’. I pm hanno già iniziato a sentire dipendenti delle tre società e gli interrogatori proseguiranno nei prossimi giorni. Oltre a Maroni è stato indagato per lo stesso reato anche il capo della sua segreteria, Giacomo Ciriello.
L’indagine nasce da un filone dell’inchiesta su Finmeccanica e non ci sono legami con quelle milanesi su Expo. L’ex manager del gruppo, Lorenzo Borgogni, aveva parlato di una tangente destinata al Carroccio, ma gli investigatori varesini non avevano trovato riscontri. Il 4 luglio, invece, si sono imbattuti in una presunta concussione. “Sono assolutamente sereno e allo stesso tempo molto sorpreso: per quanto a mia conoscenza è tutto assolutamente regolare, trasparente e legittimo”, ha fatto sapere Maroni, che ha chiesto di essere ascoltato domani in Consiglio Regionale. Quelli di Ciriello e Paturzo sono “due contratti a termine per persone che svolgono attività quotidiana di supporto della Regione Lombardia dalla sede di Roma”, ha spiegato.
Nel frattempo, anche Expo ha diffuso una nota in cui di fatto descrive gli episodi come contestati dalla Procura di Busto Arsizio. “Poiché le attività connesse alla gestione delle relazioni con le istituzioni – si legge – hanno per loro natura intrinseca carattere fiduciario Expo 2015 ha accolto la segnalazione di Regione Lombardia, attraverso il gabinetto del presidente, che ha indicato in Mariagrazia Paturzo il profilo idoneo al ruolo da ricoprire, data la sua provata esperienza in ambito istituzionale”. “Nell’ambito delle proprie attività – continua la nota – Expo 2015 ha contribuito a definire diversi progetti a tutti i livelli istituzionali per la promozione dell’evento. In particolare con il socio Regione Lombardia sono in essere, tra gli altri, due importanti progetti: il World Expo Tour (a evidente carattere internazionale) e il Tour nelle province lombarde. In tali ambiti la Regione Lombardia ed Expo 2015, operando attraverso proprie strutture, hanno convenuto di individuare una figura di ‘raccordo’ sui progetti”.