Roma, 11 lug. (LaPresse) – “Noi pensiamo che non sia possibile che ci siano tante pubbliche amministrazioni in luoghi diversi che danno informazioni contraddittorie”. Così in conferenza stampa la ministra della Funzione pubblica Marianna Madia, dopo l’approvazione ieri della riforma della pubblica amministrazione da parte del Consiglio dei ministri.
Ufficio territoriale del governo. “Pensiamo- ha spiegato Madia – sia necessario che ci sia un unico luogo in cui andare, un’unica interfaccia del governo, in cui ci siano dalle sovrintendenze alle sedi distaccate della ragioneria e dell’agenzia delle entrate, dove il cittadino sa che deve andare per parlare con il suo governo e dove c’è un responsabile, vale a dire il prefetto. In questo sta la logica dell’ufficio territoriale di governo con la riduzione delle prefetture. Con la legge Delrio pensiamo sia necessario diminuire le prefetture”.
Ruolo rafforzato presidenza Consiglio. È dalla costatazione che le sedi della pubblica amministrazione sono troppe che ha origine “il secondo pezzo del ddl” sulla riforma della p.a. che “parte dalla necessità di trovare unitarietà”. Madia annuncia che “ci sarà un rafforzamento del ruolo della presidenza del Consiglio nel coordinamento delle amministrazioni pubbliche e un maggiore raccordo tra governo e cittadino”.
Rivoluzione copernicana. “Una amministrazione – ha detto la ministra – non può bloccare un’altra amministrazione. Perché, anche se c’è la buona fede, comunque bloccando con un permesso un’altra amministrazione sta bloccando un pezzo di vita a un cittadino o un pezzo di servizio a una azienda”. “Sarà la pubblica amministrazione che va a casa dei cittadini e non viceversa”.
Tempi. La gestazione del testo “è stata più lunga. Abbiamo riportato il disegno di legge ieri in Consiglio dei ministri perché, non neghiamocelo, la materia è complessa”. Il testo della riforma, ha spiegato ancora Madia, “arriverà certamente la prossima settimana in Parlamento ma poi inizieremo ad affrontarlo a settembre perché è ancora in corso la conversione della prima parte”.
Riforma non parte da esigenze di spending review. “Non lo so se ci saranno risparmi e sono contenta di non saperlo perché l’impostazione della riforma della pubblica amministrazione non è stata fatta a partire dalla spending review”. Lo ha detto il ministro della Pubblica amministrazione, Marianna Madia, presentando le linee guida del disegno di legge delega sulla riforma della P.a. “Penso – ha aggiunto Madia – che un errore fatto dai governi precedenti sia stato partire dalle esigenze della spending review e non da ragioni di efficienza. Se un governo fa bene le riforme, la spending review è un risultato”, non un presupposto.
Sblocco contratti. “Il blocco della contrattazione nella p.a. è un’ingiustizia generata della crisi che però si salda a tante altre ingiustizie, penso agli esodati, ai precari. Non sono contraria a riaprire il tavolo della contrattazione ma bisogna uscire dalla crisi”.
Dirigenti. Quindi, il ministro ha ribadito “basta frammentazione nella dirigenza. Bisogna uscire dalla logica che un dirigente sia dipendente di questo o quel ministero: non bisogna sentire l’appartenenza a una singola amministrazione, ma si è tutti dirigenti dello Stato, anzi dirigenti della Repubblica”. “Si supererà il meccanismo delle fasce – ha annunciato Madia – non ci saranno più carriere legate ad automatismi”. “Noi invece pensiamo – ha spiegato – di avere un meccanismo diverso, in cui si può avanzare di livello ma anche tornare in dietro e gli avanzamenti sono legati alle valutazioni precedenti sul lavoro. Poi ci deve essere un incentivo economico”.