Ue, Renzi: Non sforeremo il 3% come ha fatto la Germania

Roma, 24 giu. (LaPresse) – “L’Europa non può diventare la terra di mezzo delle burocrazie, dei cavilli, delle norme regolamentari”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, durante le comunicazioni nell’aula della Camera in vista del Consiglio europeo del 26 e 27 giugno e sulle linee programmatiche del semestre di presidenza italiana del Consiglio dell’Unione europea.

“UN’ITALIA FORTE”. “Dobbiamo avere – ha continuato – l’onestà intellettuale di riconoscerci, che al di là delle appartenenze politiche e dei risultati alle elezioni, portiamo in Europa un’Italia forte al semestre di presidenza e non forte per il risultato elettorale di qualcuno e non di qualcun altro, ma forte perchè consapevole delle qualità dei propri imprenditori, delle qualità dei propri lavoratori”.

“LA POLITICA TORNI A SENTIRSI A CASA PROPRIA IN EUROPA”. “Voglio proporre a voi deputate e deputati di fare di questa occasione di dibattito un’opportunità perchè la politica torni sempre più in Europa a sentirsi a casa propria e non sia una sorta di impedimento alle decisioni della burocrazia e tecnocrazia”.

“NON ACCETTIAMO LEZIONI DI DEMOCRAZIA”. “Non accettiamo da nessuno – ha proseguito il presidente del Consiglio – lezioni di democrazia o democraticità: se milioni di persone hanno votato perchè l’Unione europea cambiasse verso, abbiamo una responsabilità”.

“L’EUROPA NON PUO’ GIRARE LE SPALLE AI CADAVERI”. Renzi ha dedicato anche un passaggio alla questione dell’immigrazione: “Quando in mare – ha detto – ci sono i cadaveri e volta le spalle dall’altra parte, l’Europa non è degna di chiamarsi Europa di civiltà. Se di fronte alle tragedie dell’immigrazione dobbiamo sentirci dire ‘questo problema non ci riguarda’, allora tenetevi la vostra moneta ma lasciateci i nostri valori. L’Italia – ha sottolineato Renzi – ha lavorato in questi giorni perchè si affermasse un metodo: primo, individuare linee strategiche, prima di decidere chi guida decidiamo dove andare, metodo, che è stato un successo per il nostro Paese”.

“RISPETTEREMO IL 3% A DIFFERENZA DELLA GERMANIA”. “Noi – ha detto – a differenza di quanto fece la Germania nel 2003, vogliamo rispettare il 3%. Noi non chiediamo di violare la regola del 3%”. “Ci sono profeti e sacerdoti del rigorismo e dell’austerity – ha sottolineato Renzi – che dicono che è impossibile modificare qualsiasi virgola delle regole del gioco: a quegli stessi vorrei ricordare che quando l’ultima volta l’Italia ha presieduto il semestre europeo era il 2003 e due Paesi chiesero di sforare il 3%: Germania e Francia”.

“MILLE GIORNI PER LE RIFORME”. Per fare le riforme in Europa “ci prendiamo, dopo i primi 100 giorni più o meno scoppiettanti, un arco di tempo più ampio, di medio periodo, mille giorni, dal primo settembre 2014 al 28 maggio 2017”.

“LA CRESCITA E’ NEI TRATTATI”. “Mi fa ridere – ha proseguito – chi dice che viola il trattato chi parla di crescita. Viola il trattato chi parla solo del patto di stabilità: non c’è stabilità se non c’è crescita e in questi anni le politiche economiche hanno fallito per questo”. “In questi anni – ha aggiunto Renzi – le politiche economiche hanno fallito per questo, la stabilità senza crescita diventa immobilismo”.