Roma, 23 giu. (LaPresse) – “Ora sto pensando di proporre addirittura un emendamento al mio emendamento per far passare l’idea del rinvio alla Corte. Sono favorevole anche a uno scudo valido solo per le espressioni e i voti dati in aula. Risponderò così a questo fastidioso scaricabarile su di me”. Con queste parole Anna Finocchiaro, presidente dei senatori del Pd, torna sul tema immunità dopo le polemiche di questi giorni. “Però è incredibile – prosegue – che tutto si riduca all’immunità. Abbiamo fatto un lavoro pazzesco tutti insieme. Ne è venuto fuori un Senato vero ma innovativo. Non può rimanere solo la vicenda dell’immunità”.

IMMUNITA’ COSI’ NON VA BENE NEPPURE PER I DEPUTATI – “Se mi chiede come la penso io, allora le rispondo: la Finocchiaro pensa che l’immunità non va bene così neanche per i deputati”, aggiunge la Finocchiaro, spiegando che “se attribuisci a una Camera delle funzioni sulle politiche pubbliche, così com’è nella riforma emendata, non ci può essere disparità con l’altro ramo del Parlamento. E non lo dico io, lo dicono tutti i costituzionalisti. Stamattina in televisione per esempio l’ho sentito affermare con precisione dal professor Ainis.

GOVERNO SAPEVA TUTTO – “Avevo proposto che a decidere sulle autorizzazioni all’arresto e alle intercettazioni – aggiunge ancora – dovesse essere una sezione della Corte costituzionale e non il Parlamento. Valeva sia per il Senato sia per la Camera. E l’ho scritto in un emendamento”. Poi l’emendamento “è sparito dal testo perché il governo ritiene che non si debba appesantire il lavoro della Corte costituzionale”. “Ora non so che farà il governo. Ma so che l’esecutivo ha vistato due volte i nostri emendamenti, compreso quello sull’immunità. Conosceva il testo, sapeva tutto. ha fatto una scelta”.

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