Roma, 23 giu. (LaPresse) – “Io non ho le colpe che mi hanno attribuito i miei tre accusatori”. Con queste parole Giancarlo Galan nel corso della conferenza stampa a Montecitorio dal titolo ‘Adesso parlo io’, si difende a proposito della vicenda degli appalti truccati del Mose. Galan ha illustrato in conferenza la memoria difensiva depositata in Giunta per le autorizzazioni della Camera. Rivolgendosi ai giornalisti, l’ex governatore del Veneto accusa “avete scritto tutte le peggiori infamie contro di me, sono stato investito da un ciclone mediatico che mai avrei pensato di incontrare”. “Sulle mie condizioni patrimoniali e sulla casa sono state dette fesserie colossali – sostiene ancora -. Non esiste una parola sul fatto che io abbia avuto soldi”. “Non ho parlato per rispetto della magistratura, volevo che i magistrati fossero i primi ad ascoltarmi. Non hanno voluto farlo e io sono qui”, si è difeso.

GDF HA SBAGLIATO E OMESSO – “Quelli della guardia di finanza non sono solo errori, ma omissioni”, attacca Galan. “Tra le fesserie che sono state dette sulla mia condizioni patrimoniale – spiega l’ex governatore -, non esiste una parola che provi che io abbia ricevuto denaro dalle persone che mi accusano. Del patrimonio accumulato prima di diventare presidente della Regione Veneto nessuno ne tiene conto, tanto meno la guardia di finanza”. “La somma fiscale netta delle mie entrate dal 1987 dal 1991 è stata di un milione e 326mila euro. Sono gli anni che sono esclusi dalla sommatoria della guardia di finanza. Ero un dirigente di una società privata che fatturava miliardi di lire, non un negozietto”.

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