Dalla nostra inviata Nadia Pietrafitta Parigi (Francia), 21 giu. (LaPresse) – “Accelerare” nella direzione della crescita e degli investimenti, rimettere al centro dell’agenda occupazione e giustizia sociale, costruire “l’Europa di domani” semplificandola e riformandola (rottamandola, verrebbe da dire). C’è molto del vocabolario di casa nostra nella lista delle priorità che i leader socialisti europei, riuniti a Parigi, stilano in vista delle scelte “decisive” che verranno compiute la prossima settimana per la presidenza dei vertici europei. Matteo Renzi e Francois Hollande rinnovano subito l’intesa Roma-Parigi. Cinque minuti di colloquio nel ‘Salon des Ambassadeurs’ all’Eliseo, poi il tempo di attraversare insieme i giardini del palazzo presidenziale francese e raggiungere gli altri leader Pse all’Hotel De Marigny per condividere ancora una volta, al di là di possibili nomi e poltrone, la necessità di affrontare i temi in agenda – dalla crescita all’occupazione, dal clima all’energia – “con la sensibilità comune della socialdemocrazia europea”. Il mini-vertice dei leader socialisti (al quale partecipano anche il cancelliere federale austriaco Werner Faymann, il primo ministro del Belgio Elio Di Rupo, il premier danese Helle Thorning-Schmidt, il primo ministro della Romania Victor Viorel Ponta, il premier slovacco Robert Fico e il premier della Repubblica Ceca Bohuslav Sobotka, il vice-cancelliere e ministro dell’Economia e dell’Energia tedesco Sigmar Gabriel e Martin Schulz, presidente del Partito socialista europeo) serve a fare il punto dello stato dell’arte, dei negoziati.
La riunione “è andata molto bene”, assicura Renzi ai cronisti al termine del vertice, lasciando il palcoscenico al padrone di casa. I socialisti europei “rispettano l’indicazione di Juncker” alla presidenza della Commissione Ue, spiega Francois Hollande, “tenendo in considerazione i risultati delle elezioni europee: è il candidato del partito che è arrivato leggermente in testa”. Il presidente francese sottolinea subito, però, come il Pse punti non solo ad avere “ruoli e responsabilità” all’interno delle istituzioni europee, ma anche a contribuire alla creazione dell’agenda da mettere in campo per decidere cosa sarà “l’Europa dei prossimi cinque anni”. È il metodo Renzi: i leader socialisti arriveranno al vertice di Ypres che precede il Consiglio europeo della prossima settimana con una proposta di pacchetto sui contenuti e con l’intendimento di rendere le “donne protagoniste”, come proposto dal premier italiano e come sostenuto oggi da diversi esponenti Pse. Sul documento che sta elaborando Herman Van Rompuy, viene spiegato, è al lavoro anche il ministro dell’Economia italiano Pier Carlo Padoan: la piattaforma dovrebbe essere ultimata martedì prossimo con una riunione degli sherpa per limare il testo sul futuro dell’Unione.
La bussola con cui si muovono i leader socialisti, in realtà, è sempre la stessa. Puntare sulla “crescita” e gli “investimenti” e “utilizzare tutta la flessibilità concessa dal patto di stabilità”. È questa la linea che viene ribadita. Sono questi, aggiunge Hollande, “gli obiettivi che uniscono” Italia e Francia. E non si tratta – è la sottolineatura – di modificare i trattati”, ma “di utilizzare tutti i margini e le flessibilità già previsti dall’attuale Patto di stabilità e crescita”. È quanto ribadito anche da Renzi nel corso del vertice: l’Italia ha onorato e onorerà sempre i suoi impegni di bilancio e i trattati europei – è la rassicurazione del premier italiano che tempo chiede maggiore flessibilità pur all’interno del patto di stabilità – ma quel che serve è “un cambio di mentalità, un cambio culturale che l’Unione deve mettere in campo per rispondere alle richieste dei cittadini”. Il messaggio dei leader socialisti è per Berlino. A ribadirlo è anche Sigmar Gabriel, vice-cancelliere e ministro dell’Economia e dell’Energia tedesco, che sottolinea come non ci sia nessuna richiesta “di cambiamento dei trattati”, ma che anche Francia e Italia abbiano diritto alla possibilità di investire per fare le riforme, come ha fatto la Germania in passato. All’Unione europea non s erve un cambio delle regole di bilancio ma “una nuova prospettiva – aggiunge – per non distruggere l’Europa e il suo progetto”. È un momento “essenziale e decisivo”, conclude Hollande, i nomi per la presidenza delle istituzioni Ue “sono importanti, ma la questione è che Europa vogliamo per i prossimi anni”. Dobbiamo lavorare insieme, e “imprimere una nuova dinamica, dare una nuova direzione” all’Ue. L’Europa deve cambiare verso, si direbbe a palazzo Chigi.