Torino, 23 mag. (LaPresse) – Ex assessore regionale all’Istruzione la prima, attuale titolare dell’assessorato al Lavoro la seconda, Gianna Pentenero e Claudia Porchietto sono due dei volti femminili di questa campagna elettorale tutta piemontese per il rinnovo di Palazzo Lascaris e della giunta. Porchietto, classe 1967, dopo una lunga carriera da imprenditrice entra nel mondo della politica nel 2009, e, in quota Pdl, ottiene il miglior risultato, in termini di preferenze, della provincia di Torino. Diversa l’esperienza di Pentenero: 50 anni, educatrice, nata a Chivasso, è stata sindaco di Casalborgone dal 1993 al 2004, prima di essere nominata assessore della giunta guidata da Mercedes Bresso. Due donne quasi coetanee, provenienti da percorsi lavorativi e politici diversi, una schierata al fianco di Gilberto Pichetto (candidato del centrodestra), l’altra vicino all’ex sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, che guida la compagine del centrosinistra verso la presidenza del Piemonte: eppure Porchietto e Pentenero hanno molte cose in comune, a partire dalla volontà di riscoprire l’importanza delle ‘gentildonne’ e dei ‘gentiluomini’ nella politica, puntando al ‘confronto’ come ‘patrimonio civile’.
Dopo 4 anni di giunta guidata da Roberto Cota, qual è il bilancio del lavoro svolto dalla Regione? Quali sono state le carenze maggiori? Cosa salva di questa legislatura?
Pentenero: ‘Penso che la situazione della Regione Piemonte sia sotto gli occhi di tutti: mai la nostra Regione aveva avuto un indice di gradimento così basso tra i cittadini, una immagine così poco dignitosa. La Giunta Cota si è caratterizzata per i tanti impegni presi a vuoto, dal rilancio della sanità al sostegno dell’economia, e per i tagli pesanti che hanno messo in ginocchio tutti i settori, dalla sanità al welfare, dalla cultura ai trasporti, per l’assenza di un progetto e di una strategia per rilanciare il Piemonte, per l’incapacità di ammodernare e rilanciare l’ente Regione. In questa situazione non c’è davvero nulla da salvare’.
Porchietto: ‘Sono stati anni durissimi. Da un lato ci siamo trovati a dover fronteggiare una crisi internazionale senza precedenti, dall’altra un buco di bilancio vertiginoso, dall’altro ancora un taglio epocale dei trasferimenti da parte del Governo nazionale. Siamo arrivati in un Ente che dopo la Giunta Bresso non aveva più credibilità: lo bocciavano le agenzie di rating, la Corte dei Conti e le imprese che aspettavano per mesi/anni di essere pagate. Abbiamo raddrizzato la rotta lasciando in eredità a chiunque vinca un ente in sostanziale pareggio di bilancio e con una credibilità ritrovata che ci ha permesso di farci assegnare più di 100 milioni di euro dalla Banca centrale Europea per rilanciare le imprese’.
Se verrà eletta, quali sono le prime tre cose che intende fare?
Porchietto: ‘Rafforzare ancora di più il rapporto tra il mondo della formazione professionale e le imprese del territorio: credo che ci siano ancora ampi margini di miglioramento portando l’occupabilità post corsi dall’attuale 50% ad un 65% nei prossimi cinque anni. Vorrei poi rafforzare i servizi per le donne che lavorano, non è possibile che si debba rinunciare a lavorare perché ci sono liste d’attesa nelle scuole materne e negli asili nido. Infine lanciare una misura che permetta di non lasciare soli gli over45, troppo giovani per essere pensionati troppo vecchi per un posto di lavoro: ho già delle idee interessanti verificate con i nostri uffici’.
Pentenero: ‘C’è da fare un mucchio di lavoro per ridare dignità, prestigio ed efficienza alla Regione. Credo che occorra subito mettere mano al bilancio, presentandoci a Roma con i conti in ordine in modo tale da far ripartire la sanità. C’è poi il tema del diritto allo studio, da affrontare attraverso il ripristino delle borse di studio universitarie e dei contributi alle famiglie degli studenti. L’istruzione è un elemento imprescindibile per il futuro del Piemonte. Occorre poi ribaltare le politiche perseguite dal centrodestra sul Welfare, che ha teso a scaricare sugli enti locali e le famiglie i costi dei servizi socio-assistenziali. Occorre ricostituire risorse robuste, in modo da garantire i servizi a chi ne ha bisogno e ridare dignità a un settore che mai come in questa legislatura è stato penalizzato. I colpiti sono stati i più deboli: anziani non autosufficienti, malati psichiatrici, persone affette da handicap. A loro bisogna dare risposte concrete’.
Come porterà avanti l’impegno avuto finora se Chiamparino/Pichetto sarà il prossimo presidente della regione?
Pentenero: ‘Questo dovranno deciderlo altri, a partire da Chiamparino. Certo io mi sento parte della sua squadra e del centrosinistra e credo di poter essere utile con il bagaglio di esperienze, di conoscenze, di rapporti, che in questi dieci anni in Regione ho potuto sviluppare. Quale sarà poi il mio ruolo concreto nella prossima legislatura è presto per dirlo, non dipende solo da me. Sono comunque certa del mio impegno: farò la mia parte nel modo migliore per il Piemonte’.
Porchietto: ‘Senza presunzione. Verificando di volta in volta per ogni azione che lanciamo i risultati che si ottengono. Solo così non si sprecano le poche risorse che abbiamo. Ho intesta di lanciare un Piano Straordinario per le aree dismesse del torinese. In questi anni abbiamo affinato la nostra capacità di costruire dossier per avvicinare imprese internazionali al Piemonte. Siamo ancora un territorio che se fa sistema sa attrarre investitori’.
Qual è la sua posizione sul tema della Tav?
Porchietto: ‘La Tav non è più in discussione come opera, è un treno che non si ferma più. Tutta da giocare invece è la partita dei fondi compensativi. Preferirei vedere quei soldi investiti per il rilancio industriale della vallata che non per qualche rotonda in più. Come Regione Piemonte abbiamo già costruito il dossier per lanciare contratti d’area e un’area a burocrazia zero, solo i Governi nazionali di centrosinistra ci hanno stoppato. Speriamo che con l’attuale prevalga il buon senso’.
Pentenero: ‘La Tav è un progetto europeo per lo sviluppo delle vie di comunicazione e di scambio di merci e passeggeri dell’intero continente. E’ stato sancito da numerosi trattati internazionali, non vedo come l’Italia potesse restare fuori, pena l’auto emarginazione dall’Europa e dal suo sistema economico. Il primo progetto è stato profondamente modificato nel percorso, nella struttura, nei costi, grazie alla disponibilità del centrosinistra a discutere e confrontarsi con la forte opposizione che veniva dalla Valle di Susa e che aveva anche alcune ragioni. Ma ora queste ragioni mi paiono superate abbondantemente dal piano dell’opera. I lavori sono cominciati, si sta scavando, non vedo come si possa ancora discutere: Si Tav, no Tav. Naturalmente tutte le opinioni sono legittime e occorre sempre confrontarsi con tutti. Quello che non si può accettare è la violenza con cui alcune frange combattono l’opera e il Pd, considerato il principale nemico per la sua posizione di dialogo e di responsabilità, anche di fronte agli impegni internazionali. Una violenza antidemocratica e autoritaria che meriterebbe la condanna anche dell’intero movimento no Tav. Cosa che mi dispiace di non vedere’.
La campagna elettorale per le elezioni europee è stata caratterizzata da toni spesso violenti e da attacchi personali tra i vari leader. Parole come ‘Hitler’, ‘Assassino’, ‘Vivisezione’, parolacce, insulti, hanno trovato spazio durante i comizi, le dirette tv, le interviste. Protagonisti di questo linguaggio sono stati sempre gli uomini. Pensa che le donne possano contribuire, in politica, ad abbassare i toni del dibattito? O meglio, ritiene che ci sia una differenza tra uomini e donne nell’affrontare il confronto politico anche nei momenti più difficili?
Pentenero: ‘Le donne hanno un atteggiamento profondamente diverso da quello degli uomini, anche in politica. Alla rissa preferiscono il confronto, allo scontro il dialogo, la considerazione delle ragioni degli altri. Questo atteggiamento, che dovrebbe essere patrimonio civile di una comunità nazionale, purtroppo è assolutamente minoritario in Italia, e lo si vede in modo evidente nelle campagne elettorali. L’insulto sta al confronto come il populismo sta alla buona politica. L’unico antidoto sono gli italiani, con il loro voto devono dire che tipo di politica vogliono. Se premiano le promesse populiste e gli insulti, avranno una politica incapace di realizzare davvero il bene della nazione. Per questo più donne in politica non sono solo utili, ma necessarie. Per questo in Piemonte occorre rilanciare le politiche sulle pari opportunità e contro la violenza sulle donne, intervenendo sia con servizi adeguati, sia sul piano culturale’.
Porchietto: ‘Oggi i galantuomini e le gentil donne sono viste come una rarità e rischiano di essere espulse dal sistema. Credo che gli elettori abbiano nelle proprie mani un’arma eccezionale quella di poter assegnare una preferenza per le regionali. Basta informarsi e utilizzare il proprio voto per fare pulizia di chi scambia la politica per una guerra mondiale. Vorrei che le guerre si facessero nelle aule delle commissioni consiliari su proposte concrete e non su posizioni ideologiche nelle aule dei Consigli, nelle conferenze stampa e nei talk show’.
Cosa pensa della sua collega? Al di là delle divergenze politiche, ritiene sia possibile collaborare in futuro?
Porchietto: ‘Certamente sì. In questi anni ci siamo confrontate nel merito e credo che una nostra collaborazione possa solo fare bene al Piemonte’.
Pentenero: ‘Ho una opinione positiva di Claudia Porchietto, per la sua storia e il suo impegno personale. Credo che in politica la collaborazione, nel senso dell’ascolto e del confronto anche con l’avversario, sia indispensabile se si vuole andare oltre la rissa e costruire un percorso positivo. Naturalmente i ruoli dell’opposizione e della maggioranza sono sacrosanti, sono il sale della democrazia e nascono dal voto dei cittadini su visioni diverse e soluzioni diverse ai problemi. Ma questo non significa che non si possa su singoli atti trovare collaborazione e consenso. Me lo auguro per il bene del Piemonte’.