(di Elisa Sola)

Torino, 22 mag. (LaPresse) – Sergio Chiamparino, classe ’48, è il candidato alla guida del Piemonte per Pd, Sel e Idv. Ex Pci, è diventato primo cittadino di Torino nel 2001. Da allora è cominciata l’ascesa del ‘sindaco più amato d’Italia’ che lega in modo indissolubile il suo nome a quello delle Olimpiadi di Torino del 2006.

Qual è la priorità per il Piemonte e i piemontesi?

“La priorità principale è il lavoro, quello che permette ai cittadini di avere una vita dignitosa e serena. Il mio obiettivo è di riuscire a creare un posto in più rispetto a quelli che si perdono: non si potrà realizzare immediatamente, ma puntando su alcuni concetti fondamentali come innovazione, trasparenza, sburocratizzazione, accompagnamento al lavoro e sostegno alla formazione si porranno velocemente le basi per una inversione di rotta. Nel mio programma c’è poi il rilancio del ‘Marchio Piemonte’, in grado di sintetizzare le nostre eccellenze nell’agricoltura, nell’ambiente e nell’offerta turistica e il sostegno alle imprese, con l’alleggerimento degli obblighi burocratici e la creazione di zone a ‘Burocrazia Zero’ in grado di dare risposte certe e in tempi brevi a chi vuole avviare un’attività in tutti i campi, a cominciare dall’industria, ma senza trascurare ovviamente agricoltura e turismo che possono essere una miniera di risorse per creare lavoro nella nostra regione”.

Se sarà eletto, quali sono le prime tre azioni di governo che intende portare avanti?

“Difficile fare una classifica, direi che, oltre al lavoro di cui ho già parlato prima, sarà urgente un intervento sulla sanità regionale che è stata decisamente maltrattata dalla giunta Cota, i tagli lineari hanno lasciato sguarnite molte zone del Piemonte, e non sono state prese le decisioni necessarie per riammodernare la rete ospedaliera. Se sarò eletto presidente della Regione, mi impegno a razionalizzare la spesa sanitaria e ad alzare il livello di cure in tutto il Piemonte. E poi ci sono i trasporti: il mio sogno è la creazione di una ‘metropolitana regionale’, in grado di collegare le varie città piccole e grandi del Piemonte tra di loro e con il capoluogo. Assieme all’assessorato competente rinegozieremo con Gtt e Rfi, Rete Ferroviaria Italiana, le condizioni del servizio ferroviario metropolitano di Torino e del servizio ferroviario regionale, anche utilizzando lo strumento della gara, per far diminuire i costi e sostenere così le tratte meno frequentate”.

Come presidente di Regione come intende affrontare la questione della Tav?

“Ho già espresso più volte la mia posizione: la Tav si farà perché è utile al Piemonte e perché si sta già facendo. E’ un’opera che trasformerà in meglio il Paese, il cui bilancio va fatto non certo nell’immediato, ma sul medio-lungo periodo. La discussione vera è invece su come utilizzare i fondi messi a disposizione per aiutare lo sviluppo economico della Val Susa. Noi abbiamo alcune idee, come ad esempio aiutare le imprese con la creazione di una zona a burocrazia zero o sviluppando alcune infrastrutture di sostegno. Quello che bisogna evitare è che le compensazioni vengano disperse finanziando a pioggia centinaia di micro-interventi che non aiuteranno il futuro della valle”.

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