di Donatella Di Nitto

Roma, 15 mag. (LaPresse) – Francantonio Genovese si è costituito nel carcere di Gazzi a Messina, città dove è residente, accompagnato dal suo legale, Nino Favazzo. Nel pomeriggio l’aula della Camera aveva deciso che doveva andare in carcere, votando con 371 sì il parere della Giunta per le Autorizzazioni, che, non avendo ravvisato il fumus persecutionis, aveva dato anch’essa parere favorevole alla richiesta di custodia cautelare della Procura di Messina.

Il voto, palese, è arrivato dopo una giornata segnata dall’ostruzionismo in Assemblea di Sel e Lega Nord al decreto Lavoro e il tentativo del Pd di rinviare a dopo le elezioni Europee il voto sul deputato Dem. Lo spettro del voto segreto poteva infatti essere pericoloso per il partito del Nazareno, celando nel segreto dell’urna voti non in linea con il gruppo, che proprio in giunta invece aveva votato compatto per il sì. Ecco allora il braccio di ferro in tarda mattina tra il Movimento 5 Stelle e il presidente della Camera, Laura Boldrini. I pentastellati vogliono un’assunzione di responsabilità della terza carica dello Stato, chiamata a sospendere i lavori per la riunione della capigruppo, chiesta proprio dal Pd per calendarizzare il voto sul dl Casa e magari rinviare a dopo il 25 maggio il voto su Genovese. L’aula accorda la richiesta e si va tutti in capigruppo. Immediata la reazione dei pentastellati, circa una trentina, che presidiano l’ufficio della presidente in attesa della decisione dei capigruppo. Il caso Genovese si trasforma così da giudiziario, dove i parlamentari devo rilevare o meno il fumus persecutionis e il reale pericolo di fuga, inquinamento delle prove e * reiterazione* del reato, a politico. I grillini vogliono un’altra stella da mettere sulle battaglie ottenute in Parlamento contro la ‘mala politica’, il Pd teme l’abbassamento dei consensi qualora il partito si spacchi su ‘uno di loro’ e accusa M5S di strumentalizzare la faccenda per la campagna elettorale. Ecco allora che dalle pagine di repubblica Matteo Renzi detta la linea al gruppo: “Il Pd chiede di votare subito, oggi stesso, per l’arresto di Genovese con voto palese”: La capigruppo della Camera accorda quindi il voto dalle 16.30 di oggi e in modo palese.

Il resto è scritto nei tabulati dell’assemblea che rilevano 6 deputati democratici che hanno votato contro le manette. Genovese non assiste, da Roma vola a Messina dove è “pronto a costituirsi”. La vicenda del parlamentare siciliano si consuma prima che in Parlamento davanti alla seconda sezione penale del tribunale, presieduta dal giudice Rosa Calabrò. L’inchiesta è denominata ‘Corsi d’oro”, dopo l’indagine di Guardia di finanza e Sezione di Pg della polizia. Sono 18 gli imputati tra persone fisiche e persone giuridiche (gli Enti coinvolti), per i quali il pool di magistrati, coordinato dal procuratore aggiunto Sebastiano Ardita, aveva richiesto il rito immediato. Tutto ruota attorno a tre centri di formazione che hanno operato per anni in provincia di Messina: Lumen (Libera università mediterranea di naturopatia), Aram (Associazione per le ricerche nell’area mediterranea) e Ancol (Associazione nazionale delle comunità di lavoro). Le indagini della Guardia di Finanza fanno luce sul complesso ingranaggio attraverso cui venivano “gonfiati” i prezzi delle prestazioni di servizio o degli acquisti di beni necessari per l’attività degli enti.

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