Berlusconi senza Dudù alla festa dei cani e attacca i pm

Di Jan Pellissier

Milano, 10 mag. (LaPresse) – Mistero Dudù. Era il più atteso stamattina a Milano per l’evento dedicato ai quattro zampe organizzato dal Dipartimento amici degli animali di Forza Italia al chiostro dei glicini della Società umanitaria in via Santa Barnaba 38, proprio dietro il tribunale. Eppure Dudù non si è visto. Berlusconi, interrogato in merito, non ha risposto. Assente Dudù, assente Francesca Pascale. Molta delusione tra i circa 200 invitati all’evento, quasi tutti con animale domestico al seguito. Tra questi spiccavano i tre corpulenti Montagna dei Pirenei di una coppia che si è dichiarata dipendente di Forza Italia. Le bestione 180 chili in 3, erano venute apposta per conoscere Dudù, spiegava la signora intervistata dalla stampa accorsa stamane. E invece niente, Dudù non si è visto. In compenso in coda al premier c’erano Maria Stella Gelmini, un Renato Brunetta che inveiva contro tutti i giornalisti, chiedendo a ognuno lo stipendio e per chi lavorasse, e che alla fine ha pure fotografato uno per uno i media presenti. Giovanni Toti ha provato a scaldare la platea racchiusa nello splendido chiostro, autodefinendosi però il “gruppo spalla della vera superstar”.

Accolto da guaiti e padrone commosse che in alcuni casi avevano al seguito anche la foto incorniciata di animali domestici morti, Berlusconi ha salutato quasi tutti. Mise semivacanziera, con doppiopetto ma niente camicia, ha esordito ricordando che in alcuni momenti, “quando avevo ancora tempo di allenare il mio fisico, nel parco di Arcore mi ritrovavo circondato da ben 15 cani”. In casa però mai, il perché l’ha spiegato l’ex premier: “Appena scesi in politica, la richiesta di coccole dei cani interruppe ben due interviste, e da allora e fino all’arrivo di Dudù niente più cani in casa”. Poi tutto è cambiato, Dudù superstar è addirittura conosciuto negli Usa racconta Berlusconi: “Non ho registrato il marchio, e adesso c’è gente che fa i cd musicali di Dudù”. Poi è cominciato il comizio vero e proprio, e Berlusconi, con al fianco Michela Vittoria Brambilla ideatrice dell’evento e pasionaria dei cani abbandonati, ha iniziato a spiegare perché l’Italia va sempre peggio. All’origine di tutto “gli italiani che non hanno mai imparato a votare”. Colpa dei partiti e dei padri costituenti, secondo il leader di Forza Italia. Le Leggi poi non vanno mai bene, perché “il percorso parlamentare di una legge in Italia è un calvario”.

Ecco perché “dopo 20 anni, siamo se possibile in una situazione peggiore del 1994” quando Berlusconi scese in campo. Ciò avviene perché “il 90% degli esponenti della sinistra non ha mai rinnegato le sue radici comuniste, anche Renzi deve fare i conti con una maggioranza del suo partito che è della vecchia guardia – aggiunge – la sua non è una posizione facile”. Ma, rispetto al 1994, oggi secondo Berlusconi ci sono anche l’economia in crisi e un astensionismo altissimo, oltre ai grillini. E qui i toni si fanno caldissimi: “Ho finito di leggere qualche giorno fa i discorsi che Adolf Hitler fece nella campagna elettorale del 1932. Se cambiate i riferimenti temporali, chiunque penserebbe che potrebbero essere di Grillo”. E poi altre paure: “Siamo in un momento pericoloso, e dobbiamo farlo capire ai moderati, non possono più stare alla finestra, devono essere responsabili del nostro comune destino” ha aggiunto, ribadendo che “ho il terrore che Grillo abbia la maggioranza”. “Sono una setta, Grillo non tollera la democrazia” aggiunge, classificando gli elettori del M5S come “incazzati perché disperati”. Un rapido pensiero per Marcello Dell’Utri: “sono molto addolorato”, ha detto l’ex Cavaliere prima di concludere con l’abituale attacco ai magistrati: “Se ci fosse un partito delle vittime degli errori della giustizia prenderebbe il 18, 20 e 21 per cento secondo tre sondaggi che abbiamo commissionato. In Italia ci sono milioni di vittime della giustizia, e io ne so qualcosa. Il nostro compito è rintracciare chi è stato maltrattato da questa giustizia che si basa su regole non democratiche”. Poi altri baci e strette di zampa, prima di lasciare il centro città, non prima di un rapido sguardo al palazzo di Giustizia, e di un selfie in stile Renzi con due giovani fan. Compare anche il medico di fiducia di Berlusconi, Alberto Zangrillo: “Come sta dopo l’esordio alla Sacra Faliglia? Benissimo”. Depressione? Zangrillo sorride e se ne va.