Roma, 5 mag. (LaPresse) – Le prossime elezioni europee saranno “un derby tra la rabbia e la speranza”. Utilizza ancora una volta il linguaggio calcistico Matteo Renzi per lanciare il rush finale della campagna elettorale del Pd. L’avversario da battere, il premier non ha dubbi, è Beppe Grillo. La sfida, sottolinea, è “tra chi scommette sul fallimento dell’Italia e chi pensa che l’Italia ce la può fare”. Se prima in politica “avevamo i falchi e le colombe, ora abbiamo i gufi e gli sciacalli, che sfruttano ogni occasione per sottolineare che lo Stato non c’è e che non ce la faremo mai”. La sfida al M5S è lanciata.
“Loro – è il refrain – sono l’urlo, noi il discorso. Loro l’insulto, noi il dialogo. Loro lo sfascio, noi la proposta. Loro sono contro l’Italia, noi per l’Italia in modo che possa guidare l’Europa”. “Io non sono uno che va d’amore e d’accordo con il sindacato, ma non vai alla Lucchini per tentare di mettere i lavoratrici e i lavoratori contro il sindacato”, aggiunge il segretario Pd mettendo nel mirino Beppe Grillo che è andato a Piombino “per tentare di fare ancora una volta di più lo sciacallo”. Non è una sfida tra leader, però. A giocare la partita – che oltre al “verso” da far prendere all’Europa, mette in palio la guida di 4.106 comuni – non devono essere solo i candidati o il segretario, ma tutto il Pd.
“Nella campagna per i sindaci ci metta la faccia anche chi è fuori. La campagna per le europee non la fanno solo i candidati e basta. Così non va bene. Per cambiare l’Europa non abbiamo altra strada se non metterci in campo”, sottolinea il numero uno Pd. “Sbagliato” anche “pensare agli altri” e “guardare i sondaggi” perché “portano sfiga” e perché non bisogna commettere l’errore “visto che sono buoni, di stare tutti tranquilli”. Bisogna andare nelle piazze, “il luogo in cui si vincono le elezioni”, per dimostrare “che non abbiamo paura”. E nelle piazze di Firenze e Bari sarà Renzi a chiudere la campagna elettorale, mentre “istituzionale” sarà il tour che il presidente del Consiglio farà al Sud (con tappe a Napoli, Reggio Calabria e Palermo) per parlare dei fondi europei. Parallelamente, avverte Renzi, andrà avanti il percorso di riforme avviato dal Governo. “Abbiamo tolto dalla campagna elettorale le riforme costituzionali e il decreto sulla Pubblica amministrazione, ma le porteremo a casa”, è l’avvertimento.
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