Roma, 24 apr. (LaPresse) – “Eravamo sottoposte a una sorveglianza 24 ore su 24. Riprendevano il nostro giardino, scattavano foto e trasmettevano le immagini alla tv pubblica kazaka. Questa è una prova che io ero sottoposta alla sorveglianza del regime kazako”. Così Alma Shalabayeva in conferenza stampa dopo aver ricevuto asilo politico dall’Italia. E un suo legale aggiunge che “era un chiaro messaggio per Ablyazov. Volevano dire: ‘abbiamo tua moglie e tua figlia, vieni fuori”.
Shalabayeva ha poi voluto “ringraziare il governo italiano soprattutto nella persona di Emma Bonino” per averle accordato lo status di rifugiata politica. In particolare, le misure prese dall’allora ministro degli Esteri Bonino che hanno permesso “di accertare le violazioni dei diritti umani” nei loro confronti. “E’ stata inviata – spiega – una delegazione italiana una volta a settimana circa per seguire le condizioni di vita mie e di mia figlia. La pressione internazionale ci ha permesso di non sparire”. “Shalabayeva ha ringraziato Bonino per l’impegno prodigato, presupposto per ottenere lo status di rifugiato da Alfano“, ha voluto poi precisare il legale dopo che un giornalista ha chiesto perchè la Shalabayeva non abbia citato il titolare del ministero dell’Interno.
“Ancora non ho deciso quale sarà la mia ultima destinazione. Per ora – ha spiegato la donna – la mia felicità è di essere riuscita a unirmi alla mia famiglia e di aver lasciato il Kazakistan con mia figlia Alua”. “A me interessa soltanto incontrare mio marito perché è sottoposto a un pericolo enorme e imminente: il corrotto regime kazako è contro di lui e la sua famiglia. Il mio desiderio – ha concluso – è di visitarlo il prima possibile, mi manca molto”.
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