Torino, 12 apr. (LaPresse) – Per l’ex senatore Pdl Marcello Dell’Utri, latitante catturato in Libano, verrà richiesta l’estradizione in Italia. Forse già oggi il ministro della Giustizia Andrea Orlando, al ritorno a Roma da Torino, dove ha partecipato all’apertura della campagna elettorale del Pd, firmerà i documenti necessari. Ma come funziona il procedimento? L’estradizione è una forma di cooperazione giudiziaria tra Stati e consiste nella consegna di una persona, da parte di uno Stato ad un altro, affinchè venga sottoposto a giudizio penale o alle pene a cui è già stato condannato. L’estradizione può essere di due tipi: attiva quando uno Stato richiede ad un altro la consegna di un individuo imputato o condannato nel proprio territorio; passiva quando è lo Stato ospitante l’individuo colpevole o da sottoporre a giudizio per un reato commesso nello Stato richiedente, che riceve la richiesta di consegna. Fra Italia e Libano è stato firmato un trattato bilaterale il 10 luglio 1970, pubblicato in Gazzetta ufficiale il 5 aprile 1974, che contiene proprio le norme dell’accordo per l’estradizione fra i due Paesi.
Ma per l’estradizione di Dell’Utri potrebbe esserci qualche ostacolo. Nel trattato, infatti, all’articolo 16 è specificato che “saranno sottoposti ad estradizione: gli individui che sono perseguiti per crimini o delitti puniti dalle leggi delle parti contraenti con una pena restrittiva delle libertà di almeno un anno; gli individui che sono condannati, in contraddittorio o in contumacia dai tribunali dello stato richiedente per crimini o delitti puniti dalla legge dello stato richiesto con pena restrittiva della libertà di almeno sei mesi”. Per Dell’Utri la situazione è diversa, in quanto il provvedimento di misura cautelare in carcere nei suoi confronti è di tipo preventivo. Non è l’esecuzione di una sentenza, visto che l’ex senatore è stato condannato a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa ma il verdetto definitivo verrà confermato dalla Cassazione solo martedì prossimo. L’arresto è stato ordinato per il pericolo di fuga dell’imputato. Dunque il Libano potrebbe rifiutare la richiesta italiana, nonostante le norme generali sull’assistenza giudiziaria in materia penale fra gli Stati recitino che gli Stati “possono prestarsi reciproca assistenza nella lotta contro la criminalità internazionale”. Inoltre, in questo momento Dell’utri è in stato d’arresto a Beirut, ma l’articolo 23 del trattato spiega che “si potrà porre fine all’arresto provvisorio se, nel termine di trenta giorni dall’arresto, il governo richiesto non avrà ricevuto uno dei documenti” necessari. “La liberazione – spiega l’articolo -esclude l’arresto e l’estradizione se la domanda di estradizione perviene successivamente”.