Di Laura Carcano
Torino, 12 apr. (LaPresse) – Cambiamento è stata la parola d’ordine risuonata all’apertura della campagna elettorale del Pd, stamattina a Torino, con Matteo Renzi e Sergio Chiamparino, candidato a presidente della Regione Piemonte per il centrosinistra. Alla kermesse nazionale, organizzata al Palaolimpico, in vista delle elezioni europee e amministrative del 25 maggio, una platea di 3500 persone, in un palazzetto colmo, ma non a livelli da tutto esaurito, composta dalla base del Partito democratico, anche molti militanti storici del Pci con i capelli bianchi, con molta struttura e apparato di partito, amministratori locali, oltre a 300 candidati sindaci provenienti da tutt’Italia, alle cinque capolista donne del Pd alle elezioni europee (Alessandra Moretti, Alessia Mosca, Simona Bonafè, Pina Picierno, Caterina Chinnici), e ai dirigenti dem piemontesi. Ci sono anche i politici subalpini della vecchia guardia del partito, l’obiettivo del Renzi “rottamatore”, e poi ci sono i trenta- quarantenni, molte donne, che nel partito dell’ex sindaco di Firenze hanno trovato nuovo spazio. Nella platea al colpo d’occhio però prevalgono i capelli grigi, tanti vecchi militanti, ma nell’atrio del Palazzetto campeggiano anche una ventina di giovani renziani piemontesi che fanno parte di un Comitato Under 30 pro Chiamparino a cui aderiscono un centinaio di ragazzi. “Facciamo campagna elettorale sui social su temi come la disoccupazione giovanile e sul Job acts di Renzi per superare la precarietà. Ora parlare di politica ai nostri coetanei è più facile perché Renzi appare più concreto e determinato e più credibile”, spiega il 30enne Alberto Saluzzo a capo del comitato.
Negli spalti del pala olimpico oggi anche elettori e militanti del Pd giunti da fuori Piemonte. Un agente di commercio in trasferta da Milano è venuto a Torino proprio per Renzi: “Alle primarie ho votato Bersani per un senso di appartenenza, ma ora lasciamolo lavorare – dice -: le prime cose che sta facendo sono credibili e la sua battaglia contro la burocrazia è giustissima”.
Sul palco dopo Chiamparino arriva Renzi, il primo classe 1948, segretario torinese del Pds negli’anni’90 e due volte sindaco di Torino, il secondo, classe 1975, con esordio in politica giovanissimo nella Dc e l’esperienza di sindaco di Firenze interrotta per fare il premier. In sala anche la giovane ministra delle Riforme Maria Elena Boschi e della Giustizia Andrea Orlando, classe 1969. Fra il pubblico c’è chi è stato iscritto al Pd e non lo è più da 4 anni, come un pensionato che non ha rinnovato la tessera scontento della precedente gestione targata Bersani. “Sono qui a sentire Renzi, anche se ho dei dubbi che possa tradursi in azione tutto ciò che dice”, spiega, definendo il premier ex rottamatore “uno che sarà anche un boyscout, ma un conto è fare il boyscout e un conto è fare le riforme in 4 mesi”. Fra i più entusiasti che si aggirano nel palazzetto c’è un arzillo 80enne, storico militante del Pci e iscritto oggi al Pd che sventola una bandiera e dice “Renzi è proprio forte”.
Tanti ex al lancio della campagna elettorale Democratica a Torino. “Più Europa sociale, più lavoro, più investimenti e meno finanza” è la parola d’ ordine per l’ex governatrice del Piemonte Mercedes Bresso, oggi candidata del Pd alle Europee, che sull’azione di Renzi dice “fa benissimo”, ad esempio sulla riforma del Senato, e sull’Italicum “non vedo la polemica fra Bersani e il segretario del Pd. L’Italia ha bisogno di una scossa e lo si fa dandosi tutti una mossa”.
In sala anche Valentino Castellani, che fu sindaco di Torino prima di Chiamparino e dell’attuale primo cittadino Piero Fassino, e che difende l’ operato alla guida della città da parte del candidato del centrosinistra al governo del Piemonte: “Quella del debito creato con l’amministrazione Chiamparino è una leggenda metropolitana perché su di esso pesa il passante ferroviario e la metropolitana, investimenti che hanno un respiro di un secolo, non spesa corrente”.
La kermesse elettorale torinese del Pd di Renzi innova nel format: a condurre sul palco sono due giovani parlamentari dem, Marco Di Maio e Alessia Rotta, “per risparmiare”, scherza, ma non troppo, Renzi. In sala si proietta un video col commento musicale del tormentone del momento ‘Happy’, che illustra la campagna Dem ‘Sempre più vicini per andare lontano’. Poi sul palco è la volta delle 5 donne capolista del Pd alle europee. La kermesse prosegue con un altro video sulle prime azioni del governo di Renzi, questo sulle note di Bob Marley.
Poi sul palco arriva anche il candidato sindaco di Bari Antonio De Caro, che recita le parole di una canzone dei 99 Posse e promette a Renzi “non verremo mai a Palazzo Chigi per parlarti dei guai del sud, porteremo soluzioni”.
Poi parla Renzi: “Sergio Chiamparino – ricorda il segretario del Pd – ha detto che una sinistra che non cambia non è sinistra, e diventa destra e perde la dignità di essere sul fronte del progressismo. Per questo cercheremo di cambiarla anche in Europa e siamo entrati convintamente nel Pse, perchè siamo convinti di essere in prima linea nella frontiera del cambiamento”.
E’ scandito da applausi l’intervento di Renzi. Quando parla di riforma del Senato per eliminare i senatori eletti dal pubblico si alza una voce “mandateli a casa”. Prima dal palco il candidato governatore del Piemonte del centro sinistra Chiamparino aveva invitato il governo a “pensare anche ai pensionati”.
Dagli spalti uno dei presenti dal pubblico ha gridato: “Non potete fare a meno di noi pensionati”. E non è l’unica militante in sala che chiede al leader del Pd e presidente del Consiglio più attenzione agli anziani. “Noi che stiamo rinnovando l’Italia – dice poi Renzi dal palco – dobbiamo sapere che ci sono persone under 40 che fanno i ministri, i presidenti e i sindaci, e va bene. Ma abbiamo bisogno di persone più esperte e sagge che ci prendono da parte e ci dicono cosa stiamo sbagliando”. L’ex sindaco di Firenze viene interrotto più volte dal pubblico che tenta una interlocuzione. Allora Renzi scherza rivolto alla platea: “Poi vi offro il caffè, sono due amici venuti qui apposta”.
“Crozza fa molto bene il venditore della televendita… e mi ha dato pure un paio di idee”: così Renzi prosegue con qualche battuta mentre continua a illustrare le prime azioni del suo governo e le priorità. “Il Pd non perda tempo a litigare” avverte Renzi, che termina e scende dal palco circondato da una gran folla come una rockstar. Il segretario del Pd ha modo però di fare anche qualche selfie fra la folla. Una foto con Matteo Renzi, una pacca sulla spalla e un incoraggiamento per la campagna elettorale, arriva anche per i circa 200 candidati del Pd di tutta Italia, a fine manifestazione, in un improvvisato studio fotografico allestito al Palaolimpico. Una specie di catena di montaggio, con scatti veloci, uno dopo l’altro in sequenza. “Una bella cosa”, commenta uno degli aspiranti eletti, il torinese Raffaele Gallo (Pd), candidato in Regione. C’è anche un giovane candidato sindaco di Cornaredo, comune del milanese, 30enne, Yuri Santagostino, fra quelli che si sono fatti fotografare con Renzi, ed è emozionatissimo e incredulo.