Roma, 11 apr. (LaPresse) – “Credo che il combinato fra legge elettorale e legge sul Senato sia un prodotto che dobbiamo assolutamente correggere”. Lo ha detto l’ex segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, nel corso della registrazione del programma ‘Bersaglio Mobile’ di Enrico Mentana, in onda questa sera su La7. “Se arriviamo al monocameralismo ed aggiungiamo una legge elettorale che prevede una premio di maggioranza molto consistente ed un po’ abnorme per un Parlamento che dopo nomina presidente della Repubblica, membri del Csm e Corte Costituzionale c’è qualcuno che può prendere tutto avendo il 34-35% ed in una situazione senza bicameralismo dico che non va bene”, ha aggiunto. Bersani ha ‘bocciato’ anche il nome della legge Italicum. “L’Italicus – ha detto – era un treno che saltò per aria nel 1974 causando morti e feriti. Chiamarla ‘Italicum’ vuol dire che abbiamo perso la memoria. Chiamiamola nuova legge elettorale”.

“Di Renzi mi piace molto il piglio, l’intenzione, la voglia e l’energia. Mi piace meno una qualche sbrigatività perché nello stesso tempo con la stessa rapidità si può fare una cosa giusta ed una sbagliata”, ha aggiunto l’ex segretario del Pd. “C’è un momento in cui bisogna riflettere e trovare la strada ma nell’insieme alla fine il giudizio è buono – ha spiegato – Si è messo in moto un processo che deve essere aiutato, anche corretto, ma non scoraggiato o indebolito questo è fondamentale”. Bersani ribadisce che “se c’è una qualità per cui questo Governo non brilla è l’umiltà ma comunque sia ha bisogno di una mano a prescindere dal fatto che lo chieda o no bisogna darglielo ed io mi metto in questa posizione”.

Bersani ha poi parlato del Capo dello Stato e del passaggio a Palazzo Chigi tra Letta e Renzi. “Napolitano si sta sottoponendo ad una fatica notevole. Non sopporto le volgarità che sono state dette e scritte nei suoi confronti. Credo abbia dovuto sopportare troppe amarezze in questo periodo. Aveva già fatto gli scatoloni – ha rivelato – io andai da lui e gli dissi: caro Presidente sono andato due volte sotto il treno (candidature di Marini e Prodi, ndr) ed ho visto come è la situazione. Ci sei solo tu se no il sistema va in ‘empasse’ e lui ha accettato”. Il passaggio da Letta a Renzi, invece, lo ha definito “inelegante, per dirla con un eufemismo”. “Attenzione – ha concluso – se vogliamo sconfiggere l’antipolitica non dobbiamo dare l’idea di una politica cinica ma che discute, anche con idee diverse, ma alla fine trova la sintesi e si vuole anche bene. Non è moralismo, è politica servono collettivi che possano dare al Paese un solco”.

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