Milano, 10 apr. (LaPresse) – E’ iniziata al Tribunale di Sorveglianza di Milano l’udienza che deciderà le sorti di Silvio Berlusconi. La presenza in aula del leader di Forza Italia non è necessaria, e, da quanto si è saputo, potrebbe decidere di attendere il termine dell’udienza ad Arcore. Dopo l’udienza, il presidente del Tribunale di Sorveglianza Pasquale Nobile De Sanctis, il giudice relatore Beatrice Crosti e due docenti universitarie esperte di diritto penitenziario e criminologia avranno cinque giorni di tempo (termine non tassativo) per pronunciarsi sulla richiesta di affidamento ai servizi sociali presentata dall’ex premier dopo la condanna dell’ottobre scorso a 4 anni di reclusione per frode fiscale (di cui 3 coperti da indulto) per il caso Mediaset. La scelta, per i giudici, sarà tra il concedere a Berlusconi questa misura alternativa o optare per gli arresti domiciliari che lascerebbero al leader di Forza Italia solo due ore di libertà al giorno. La pena residua potrebbe essere solo di dieci mesi e mezzo se, dopo i primi 6 mesi, a Berlusconi fosse concessa la liberazione anticipata di 45 giorni. Nel frattempo, dato che i legali non hanno fatto sapere ai giudici presso quale associazione o ente intende prestare servizio, a indicare una possibile soluzione è stato l’Ufficio esecuzione penale esterna (Uepe) di Milano, nella relazione depositata in vista dell’udienza di domani, che ricostruisce anche la sua storia giudiziaria, la sua situazione familiare e finanziaria.

Per Berlusconi è stata individuata una casa di cura per anziani nell’hinterland milanese, non troppo lontana da Arcore, dove fare volontariato per mezza giornata solo una volta la settimana. Un programma non troppo impegnativo dunque che, se accolto dai giudici, intaccherebbe solo marginalmente l’agibilità politica del leader di Forza Italia nella campagna elettorale in vista delle elezioni europee del 25 maggio. Nessuna possibilità, invece, per l’ex premier di candidarsi a Strasburgo dopo che la Corte europea dei diritti umani ha bocciato la richiesta di un intervento che gli avrebbe permesso di essere in lista, proprio per via della condanna Mediaset.

Sempre che i giudici non decidano per la detenzione domiciliare. L’ex premier entro dieci giorni dal decreto dei giudici di Sorveglianza, dovrà sottoscrivere, davanti al direttore dell’Uepe di Milano, il verbale e le “prescrizioni” dell’affidamento. Si tratta di regole superabili solo con l’autorizzazione del Tribunale che prevedono, tra le altre cose, l’obbligo di non allontanarsi da un territorio che spesso coincide con la regione di residenza, l’obbligo di ritirarsi prima delle 23 e di non uscire prima delle 7, il divieto di incontrare pregiudicati e tossicodipendenti e quello di espatrio (eventualità impossibile per il leader di FI a cui è stato ritirato il passaporto dopo la condanna definitiva). In questo caso si aggiungerebbe anche il divieto di incontrare minorenni dopo la condanna di primo grado a 7 anni per prostituzione minorile per il caso Ruby. Berlusconi dovrà anche incontrare periodicamente un assistente sociale indicato dall’Uepe che stilerà delle reazioni periodiche sui colloqui con l’ex premier. Concluso l’affidamento, il magistrato di sorveglianza stilerà una valutazione finale sull’andamento della misura alternativa e dichiarerà estinta la pena.

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