Roma, 19 mar. (LaPresse) – “Si è raggiunto un accordo con una norma ‘transitoria’ per le prossime elezioni di maggio per il 2014, con l’annullamento della terza preferenza se non si rispetta l’alternanza. Sono dunque ipotizzabili preferenze dello stesso genere per le prime due, ma non per la terza. La proposta prevede poi, a partire dal 2019 la presenza paritaria nelle liste, l’alternanza nel ruolo di capolista e la preferenza di genere con seconda e terza preferenza annullate se il principio non viene rispettato”. Così la senatrice Doris Lo Moro, relatrice in aula sulla parità di genere nella legge elettorale per le europee.
“Quando si tratta di legiferare per i diritti delle donne c’è sempre motivo per rinviare, per dire che il problema è un altro. Oggi però è il momento della sintesi e io non mi sottraggo ai miei doveri di relatore”, puntualizza polemica la relatrice del Pd. “La sintesi – aggiunge – non può non tenere conto di un dato, quello di partenza: discutiamo di un provvedimento mentre la campagna elettorale è già iniziata, oggetto di pressioni di tutti i tipi e non solo per il rispetto della parità di genere”.
“Il punto di sintesi è stato trovato al termine del confronto tra gruppi parlamentari e il governo. A chi non si trova d’accordo voglio dire che lo capisco, perché nemmeno io ero d’accordo, ma c’è una larga maggioranza che sostiene la proposta e non se ne può non tener conto. Sapremo nel futuro se quella di oggi è una vittoria parziale o una sconfitta – conclude la senatrice Lo Moro -. Oggi chiudiamo l’iter parlamentare nei termini condivisi da gran parte dell’aula”.
Non si sono fatte attendere le reazioni. Il presidente dei senatori del Nuovo Centrodestra ed ex ministro, Maurizio Sacconi, è soddisfatto e sminuisce gli effetti della ‘sintesi’ sulle elezioni di primavera. “La limitata innovazione sul voto di genere – spiega – ove si esprimano tutte e tre le preferenze non ha significativi effetti sulle dinamiche elettorali già avviate”. “Il Nuovo Centrodestra – dice – è soddisfatto. Le novità introdotte sulla composizione delle liste e sul voto di preferenzasono rinviate, come abbiamo insistentemente chiesto, alle elezioni del 2019, secondo la buona norma per cui non si cambiano le regole del gioco mentre il gioco è in corso”.