Roma, 19 mar. (LaPresse) – “L’indagine della commissione Difesa sui sistemi d’arma è stata una iniziativa politica seria ed efficace”. Lo afferma il capogruppo Pd della commissione Difesa, Gian Piero Scanu, promotore dell’iniziativa stessa. “Dopo 16 audizioni, durante le quali sono stati ascoltati 26 diversi soggetti, e con 400 pagine di documenti, il Parlamento è oggi in grado di dare un giudizio sulle necessità della nostra Difesa sulla base di dati oggettivi. Abbiamo rilevato – prosegue – che in questi anni quasi 70 diversi programmi si sono sovrapposti l’un l’altro senza una adeguata concezione interforze, generando una abnorme spesa, superiore ai 5 miliardi e mezzo l’anno, insostenibile per le casse dello Stato, soprattutto in questo momento di crisi”. “Questa indagine – conclude Scanu (Pd) – è dunque il contributo del Parlamento alla ridefinizione di un sistema di difesa sostenibile e dà la forza di rimettere in discussione scelte prese in altri contesti e ora assolutamente modificabili, come è il caso del discusso programma per gli F35“.
D’accordo con Scanu anche Carlo Galli, deputato Pd della commissione Difesa, secondo cui “la difficile gestione del dossier F35 può trovare una soluzione razionale grazie al Lodo Scanu, cioè la norma (art. 4, Legge 244/12, Riforma dello strumento militare) che attribuisce al parlamento un ruolo decisionale sui sistemi d’arma del nostro Paese”. “L’aver riportato questa responsabilità in capo al Parlamento – aggiunge Galli – ci obbliga a fare i conti, contemporaneamente, con le esigenze della Difesa, quelle della Finanza pubblica e con il ruolo della politica”. “Sono certo che il Gruppo del Pd, chiamato a discutere la prossima settimana la nostra proposta, non farà mancare il suo consenso“, conclude.
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