Legge elettorale, stamattina voto finale. Bocciate preferenze e conflitto interessi

Legge elettorale, stamattina voto finale. Bocciate preferenze e conflitto interessi

Roma, 12 mar. (LaPresse) – Si chiuderà questa mattina alle 9.30 la partita della riforma della legge elettorale. L’Aula della Camera è stata infatti convocata per il voto finale all’Italicum, che inizialmente era previsto per ieri sera. L’assemblea continuerà fino ad esaurimento, invece, le votazioni sugli emendamenti e gli ordini del giorno.

Nel primo pomeriggio di ieri la Camera ha dato il via libera all’emendamento dell’Italicum che di fatto fissa l’accordo tra Silvio Berlusconi e Matteo Renzi. Ok dell’assemblea, quindi, alla soglia del 37% per ottenere il premio di maggioranza, a quella del 12% per i partiti in coalizioni, a quella dell’8% per quelli non coalizzati. Ma sono 51 i deputati della maggioranza, formata da Pd, Forza Italia, Nuovo Centro Desta e Scelta Civica, che hanno votato ‘no’ al cuore dell’Italicum nel segreto dell’urna.

La maggioranza che sostiene l’Italicum doveva contare infatti su 416 voti (Pd 293, Forza Italia 67, Ncd 29 e Scelta civica 27, ndr.), l’emendamento che stabilisce le soglie della riforma ha incassato invece 315 sì. All’appello mancano quindi 101 voti a cui vanno sottratti 34 assenti, tra cui Pier Luigi Bersani ed Enrico Letta, e 16 deputati in missione, cioè assenti giustificati. Il risultato è quello che 51 parlamentari presenti, deputati dei partiti della maggioranza, evidentemente hanno votato ‘no’ nel segreto dell’urna al patto Renzi-Berlusconi. Nella conta del voto di ieri i presenti e votanti sono stati 552, nessuno astenuto.

APPROVATO ARTICOLO 1. Con 323 voti a favore, 180 contrari e 4 astensioni, in serata è stato approvato l’articolo 1 dell’Italicum, che regolamenta il sistema elettorale della Camera dei deputati, prevedendo un sistema proporzionale con un premio di governabilità (pari al 15%) che assicura la maggioranza assoluta al partito o alla coalizione vincente che raggiunge la soglia del 37% dei voti. Qualora nessuno raggiunga la soglia del 37%, è previsto un doppio turno di ballottaggio per l’assegnazione del premio. L’ingresso in Parlamento è precluso ai partiti che si presentano al di fuori delle coalizioni che non raggiungono l’8% dei voti. La soglia di sbarramento scende al 4,5% dei voti per i partiti che si presentano in una coalizione, mentre sale al 12% per le coalizioni.

STRALCIATO ARTICOLO 2. Non ha ottenuto, invece, l’approvazione dell’Aula l’articolo 2 dell’Italicum, che regolamenta il sistema elettorale del Senato. Lo stralcio è stato approvato a maggioranza, con il voto contrario di M5S e Sel.

BOCCIATE LE PREFERENZE. Dopo la bocciatura dei tre emendamenti sulla parità di genere, stop della Camera anche le preferenze. L’Aula non ha approvato l’emendamento a prima firma Ignazio La Russa (Fdi) che introduce le preferenze nell’Italicum. A favore hanno votato M5S, Sel, Lega, Fdi, Per l’Italia e Centro democratico. No da Pd, Fi e Scelta civica. I ‘sì’ sono stati 299 e i ‘no’ 26. Un astenuto.

STOP A INTRODUZIONE CONFLITTO INTERESSE. L’aula ha respinto anche l’emendamento presentato da Pino Pisicchio e Pippo Civati che avrebbe introdotto il conflitto d’interessi come motivo di ineleggibilità per l’elezione alla Camera dei deputati. La proposta di modifica è stata respinta con 151 voti favorevoli, 316 contrari e 11 astenuti.

PASSA EMENDAMENTO RICHETTI: NO VOTO DISGIUNTO. Approvato anche l’emendamento a prima firma Matteo Richetti (Pd) alla legge elettorale che esclude la possibilità del voto disgiunto, ovvero quella di scegliere di votare per una lista e poi segnare il nome di un candidato appartenente a una lista diversa.

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