Roma, 5 mar. (LaPresse) – Il Senato questo pomeriggio ha dato il via libera unanime al ddl n. 10, e connessi, sull’introduzione del reato di tortura nel codice penale; il provvedimento passa ora all’esame della Camera. L’assemblea ha approvato all’unanimità il testo, con alcune modifiche. Con il testo proposto dalla Commissione giustizia si introducono nel codice penale gli articoli 613-bis, che disciplina il delitto di tortura, e 613-ter, che incrimina la condotta del pubblico ufficiale che istiga altri alla commissione del fatto.
Il relatore, senatore D’Ascola (Ncd), ha sottolineato che si è optato per l’introduzione di un reato comune, connotato da dolo generico, anziché di un reato specifico riguardante esclusivamente i funzionari pubblici. Costituisce circostanza aggravante il fatto che il reato sia stato commesso da un pubblico ufficiale e che dalla condotta derivino gravi conseguenze (lesioni personali o morte).
“L’articolo 1 prevede che chiunque, con violenze o minacce gravi, cagioni acute sofferenza fisiche o psichiche ad una persona privata della libertà personale, sia punito con la reclusione da tre a dieci anni“. Lo scrive il Senato a commento della seduta pomeridiana di oggi in cui l’assemblea ha approvato all’unanimità l’introduzione del delitto di tortura nell’ordinamento italiano. “L’istigazione di pubblico ufficiale o incaricato di pubblici servizi a commettere il delitto è punita con la reclusione da 5 a 12 anni. L’articolo 2 prevede che le informazioni ottenute tramite tortura non siano utilizzabili. L’articolo 3 non ammette l’espulsione di uno straniero che rischi di essere sottoposto a tortura”, si legge ancora nella nota. “Infine – dice il senatore del Pd Felice Casson, che ha votato il provvedimento a Palazzo Madama – in caso di morte del torturato, è prevista la reclusione di trenta anni se trattasi di conseguenza non voluta dal reo, e dell’ergastolo se la morte è cagionata dal torturante”.
“Poi – aggiunge il senatore del Pd – si chiarisce che le dichiarazioni ottenute mediante tortura possono essere utilizzate solo contro le persone accusate di tale delitto al fine di provarne la responsabilità e di stabilire che le dichiarazioni stesse sono state rese in conseguenza della tortura”. “Si stabilisce inoltre – conclude Casson – l’impossibilità di respingere, espellere o estradare una persona verso uno Stato nel quale si ritiene che rischi di essere sottoposta a tortura, si esclude l’applicabilità dell’immunità diplomatica per i cittadini stranieri condannati o processati per tortura in altro Paese o da un tribunale internazionale e viene istituito un fondo a favore delle vittime della tortura”.
“L’approvazione del reato di tortura da parte del Senato è sicuramente una buona notizia poiché colma finalmente una lacuna giuridica e adegua l’ordinamento italiano a quello internazionale”. Così il ministro della Giustizia Andrea Orlando a proposito dell’approvazione all’unanimità del reato di tortura al Senato. “Il nostro sistema penale compie in questo modo un passo avanti verso quella cultura giuridica propria degli Stati di diritto connotati con la capacità di essere garanti dei diritti fondamentali della persona”, si legge nella nota.
“In tale contesto l’aggravante prevista per i pubblici ufficiali che abusino delle proprie funzioni rappresenta una forte coerenza con la nostra Costituzione e con le convenzioni internazionali rendendo ancor più il diritto penale un efficace sistema di tutela dell’individuo. Auspico per questo che la Camera possa ora al più presto discutere il provvedimento per la sua definitiva approvazione”, conclude il ministro della Giustizia.
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