Roma, 25 feb. (LaPresse) – Dopo il Senato, il Governo di Matteo Renzi ha ottenuto anche la fiducia della Camera con 378 voti favorevoli 220 contrari e un astenuto: un voto in meno rispetto a quelli ottenuti da Enrico Letta lo scorso 11 dicembre, dopo l’uscita dalla maggioranza di Forza Italia. In quell’occasione l’esecutivo Letta ottenne a Montecitorio 379 sì, 212 no, mentre furono due gli astenuti. Su twitter il premier ha ritwittato il messaggio della Camera con il risultato della votazione.
Nella replica ai deputati in Aula il neo premier Renzi ha ribadito i punti del suo programma, sottolineando l’unicità del momento storico vissuto dall’Italia per superare la crisi. “Il mondo corre a una velocità doppia dell’Europa”, anche se “questo non significa che l’Europa sia meno bella del mondo fuori. All’interno dell’Europa l’Italia ha un grado di difficoltà che è maggiore rispetto ad altri Paesi ed è un problema che abbiamo almeno da 15 anni. Se questo è vero, noi abbiamo un’unica chance: prendere l’occasione della timida ripresa che si sta affacciando per fare l’unica cosa che possiamo fare cioè cambiare profondamente il nostro Paese, la pubblica amministrazione, la giustizia civile e penale, il fisco e la vita di tutti i giorni”. Così il presidente del Consiglio Matteo Renzi, intervenendo nell’aula della Camera in replica agli interventi dei deputati, prima della votazione della fiducia in Aula.
EUROPA – “Noi pensiamo – ha detto il neo premier – che il semestre europeo sia una grandissima opportunità e non pensiamo sia una formalità né che l’Europa sia il nostro nemico”. Ma, ha specificato Renzi, “l’Europa che noi vogliamo è un’Europa in cui l’Italia non va a prendere la linea, perché senza l’Italia non c’è l’Europa”.
SICUREZZA SCUOLE PRIMA DI CONTI PUBBLICI – Ma dopo il discorso programmatico, più di ampio respiro, torna la concretezza del sindaco di Firenze: “Non è credibile – ha detto Renzi – un Paese che non mette in cantiere un progetto perchè la stabilità delle aule e dei nostri edifici scolastici è più importante dei conti pubblici”.
TASSE – “Non è possibile – ha detto Renzi – essere credibili se la pressione fiscale di chi deve investire e creare lavoro è la più alta d’Europa”.
LAVORO – “Non bastano le riforme costituzionali o elettorali: esiste un’esigenza drammatica, che è quella occupazionale”, ha poi precisato il premier-sindaco.
AL M5S – “Comprendiamo la difficoltà di capire una cosa complicata che si chiama democrazia interna. Provatela anche voi: non fa male e consente di essere delle persone migliori”, ha ribattuto Renzi alle accuse pesanti del Movimento 5 Stelle.
ELEZIONI – “Questa fase avrebbe meritato un passaggio elettorale? Lo avrebbe meritato se ci fossero state le condizioni di creare il giorno dopo una maggioranza stabile, solida. Se noi, avendo fatto il passaggio elettorale, ci fossimo trovati nelle identiche condizioni di un anno fa, il problema si sarebbe riprodotto”. Così Renzi ha provato a rispondere alle accuse bipartisan sul metodo che lo ha portato a capo del nuovo esecutivo.
LETTA – L’Italia non può “arrivare in Europa avendo mantenuto gli stessi problemi che ha avuto fino ad adesso, che pure gli ultimi Governi hanno cominciato a risolvere e mi riferisco, al di là della facile ironia, a quello di Enrico Letta”, ha detto il presidente del Consiglio Renzi.
AUTOCRITICA – “Può darsi – ha ammesso Renzi nella sua replica ai deputati – che il mio discorso in Senato fosse tutt’altro che buono, che ci siano delle critiche, rispetto alle mani in tasca o alla composizione del governo, che sono legittime: allora io faccio uno sforzo per dirvi concretamente le cose che ho detto ieri, magari in modo un po’ più succinto”.
INDENNITà SENATORI – Quindi il nodo dell’indennità parlamentare e delle riforme istituzionali. “L’Italia profonda – ha detto Renzi – è quella che avrà un Senato senza che i senatori abbiano un’indennità, attribuiscano il voto di fiducia al Governo e votino il bilancio. Una sola Camera voterà il bilancio. Quello che noi diciamo a chi crede ancora che l’Aula di Montecitorio non sia il set di provini di qualche vario elemento di circo mediatico, è che andiamo a semplificare il percorso politico e amministrativo, a ridurre i parlamentari e i costi della politica”. “Ecco – ha aggiunto – il senso dell’accordo che questa settimana sarà in aula”.
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE – “Deve cambiare la pubblica amministrazione. Serve una cura dimagrante dei livelli istituzionali”, ha ammonito Renzi che ha però anche assicurato: “Lo sblocco totale dei debiti della pubblica amministrazione deve costituire uno shock come accaduto in Spagna”.
DIRITTI – Renzi ha quindi alzato l’asticella sul tema dei diritti, principale terreno di scontro con l’alleato Ncd. “Sui diritti non si fanno accordi alla meno, ma si fa lo sforzo di ascoltarsi perchè se non ci ascolta sui diritti, ciascuno di noi rimane arroccato sulle sue posizioni e queste rimangono le stesse alla successiva campagna elettorale”.
CUNEO FISCALE – “La doppia cifra” del taglio al cuneo fiscale “si riferiva ai miliardi non alla percentuale”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, nell’aula della Camera, durante la replica dopo il dibattito sulla fiducia al governo. La precisazione di Renzi ha suscitato l’ironia di alcuni parlamentari, a cui il premier ha replicato: “Capisco il sorriso ironico quando quando si dice che si riduce il cuneo di dieci miliardi”.
MARò – Infine una parola sui due fucilieri della marina, arrestati in India. “Il senso dell’onore” dei due marò detenuti in India, ha promesso Renzi, “richiede da parte del nostro governo un identico senso dell’onore che non mancherà nel tentativo di risolvere rapidamente la vicenda”.
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