Roma, 25 feb. (LaPresse) – Seconda e ultima messa alla prova del governo guidato da Matteo Renzi in Parlamento. Dopo aver incassato la fiducia ieri in tarda serata in Senato, con 169 sì e e 139 no, si è aperta questa mattina alle 10 la seduta dell’aula di Montecitorio con il dibattito sulle linee programmatiche del discorso del premier toscano. Renzi è arrivato di buon mattino a Montecitorio per presiedere nella stanza del governo un Cdm lampo sullo scioglimento del comune di Scalea, per poi entrare per la prima volta nell’emiciclo della Camera. Lunga lista di iscritti a parlare anche oggi, in tutto infatti, sono 51 i deputati che prenderanno la parola. Ha iniziato Umberto D’Ottavio del Partito democratico, chiuderà Giuseppe Brescia del Movimento 5Stelle. La replica del premier è prevista per le 16.
Quasi vuoto il banco del governo con sette ministri su 16. Il presidente del Consiglio è infatti accompagnato solo dai ministri Martini, Madia, Mogherini, Boschi, Poletti, Giannini e Lanzetta. In aula c’è anche Angelino Alfano, che segue in disparte gli interventi chiaccherano con la responsabile della Sanità Lorenzin. Tra gli interventi più appassionati quello non scontato di Micaela Biancofiore che ha definito Renzi “gagliardo, spontaneo” tanto da essere disposta a dare “la fiducia a Matteo Renzi come persona ma non come maggioranza e poi da lei mi aspettavo di più, che andasse oltre il coraggio”. Bagarre in aula invece nel corso del dibattito sostenuto da Carlo Sibilia, deputato del M5S, che senza peli sulla lingua ha definito Renzi e il ministro Padoan “figli di troika. I punti del programma di Governo erano infatti contenuti gia’ molti mesi fa in un documento della Ubs”. La prima chiama, secondo il timing dettato dalla conferenza dei capigruppo di ieri è stata fissata per le 18,30.