Roma, 20 feb. (LaPresse) – Senza la nuova legge elettorale, il Nuovo centrodestra non entrerà nel governo di Matteo Renzi. E’ l’avvertimento lanciato dal ministro uscente Gaetano Quagliariello, in un’intervista a ‘La Repubblica’. “Quando Renzi era solo segretario si è passati dalla proposta a due del Pd e Forza Italia sul sistema spagnolo a un doppio turno eventuale, come chiedevamo noi – ha spiegato Quagliariello -. D’altra parte abbiamo sempre lavorato per migliorare quell’accordo, non per farlo saltare. E questo atteggiamento lo abbiamo tenuto anche nelle giornate più drammatiche nelle quali sembrava che si andasse verso un’intesa contro di noi. Ora dobbiamo fare il governo insieme a Renzi e la nostra attitudine non cambia, ma bisogna fare un po’ di ordine. Per fare le riforme delle istituzioni si parte dalla maggioranza e poi ci si allarga alle forze di opposizione, non ci possono essere due forni o due maggioranze”.
“La legge elettorale deve essere posta esplicitamente nello stesso solco delle riforme, deve essere l’apripista delle riforme ma non può avere una sua autonomia”, ha spiegato ancora il ministro uscente. Quagliariello ha spiegato inoltre che la nuova legge elettorale “per noi è elemento costitutivo della proposta di governo, è il motivo stesso per cui stiamo in questo governo. Il Nuovo Centrodestra è nato perché ritenevamo che l’implosione del sistema, senza riforme, sarebbe stato un tradimento dell’Italia. Senza la nascita del nostro partito saremmo entrati in una crisi drammatica che avrebbe travolto tutto e a quel punto anche la storia della sinistra e dello stesso Renzi sarebbe stata del tutto diversa perché non ci sarebbe nemmeno stato spazio per le primarie”.
Insomma, per Quagliariello, per dare l’ok alla nascita del governo, “si deve mettere nel programma esplicitamente che legge elettorale entra in vigore dopo la riforma del bicameralismo (che richiederà più tempo, ndr) e bisogna farlo per tre motivi: garanzia della durata dell’esecutivo, garanzia che non ci siano patti parasociali tra una parte della maggioranza e una forza dell’opposizione (Pd e Forza Italia, ndr) e un’esigenza tecnica che dia qualità alla riforma perché nel caso si vada al secondo turno non si possono fare un ballottaggio per la Camera e uno per il Senato, diventeremmo la barzelletta d’Europa. C’è l’emendamento presentato dal democratico Lauricella che interpreta questa esigenza e per noi deve diventare non parte, ma premessa del programma. Solo dopo potremo definire gli altri punti sui quali comunque mi sembra ci sia stato l’apprezzamento anche di Renzi. Per noi si tratta di un principio non negoziabile”.