Roma, 18 feb. (LaPresse) – Matteo Renzi frena sulla squadra di governo e durante la prima giornata di consultazioni incassa il no secco della Lega Nord in attesa di incontrare domani Forza Italia e Pd.
Napolitano ha preteso che il premier incaricato rifletta bene sulla lista dei ministri. Nessun volo pindarico, ma la necessità di scegliere “persone autorevoli” per dare segnali precisi all’Europa. Sarebbe stato questo, secondo quanto riferiscono fonti autorevoli, il tema al centro del colloquio tra Matteo Renzi e il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ieri al Quirinale. Fare presto sì, avrebbe spiegato il capo dello Stato, ma senza rischiare di mettere in pericolo la credibilità del nostro Paese a Bruxelles. Insomma a quanto si apprende, Napolitano, avrebbe avvertito il premier incaricato soprattutto sulla scelta del ministro dell’Economia, che deve piacere necessariamente e soprattutto a Mario Draghi. La scelta dovrebbe cadere quindi su un politico più che su un tecnico, spiegano le stesse fonti. Si motiva così la decisione di Renzi di aspettare almeno fino a venerdì per salire al Colle e sciogliere la riserva. Questo però rischia di rallentare e bloccare il Parlamento, dove sono a rischio scadenza ben 5 decreti, e soprattutto rischia di far fallire il primo obiettivo fissato dall’esecutivo del ‘rottamatore’ toscano. Renzi infatti proprio ieri ha annunciato che entro febbraio si sarebbe portata a termine la riforma della legge elettorale. Il mese di febbraio però si concluderà proprio la prossima settimana, quando l’aula di Camera e Senato saranno impegnate per la fiducia al suo esecutivo. La squadra di governo, perciò, non sarà pronta prima di venerdì e il giuramento davanti al presidente della Repubblica dovrebbe essere sabato con relative cerimonie. Slitta così anche la fiducia in Parlamento, che dovrebbe svolgersi a metà della prossima settimana.
AL VIA LE CONSULTAZIONI ALLA CAMERA. Intanto questa mattina il premier incaricato ha iniziato alla Camera le consultazioni con i gruppi parlamentari. Renzi è arrivato a piedi a Montecitorio senza concedersi ai giornalisti a cui si è rivolto solo per una battuta: “Very dangerous”. Visibilmente a disagio il premier incaricato è stato accompagnato dai commessi nella sala del Cavaliere.
LEGA: GUERRA TOTALE SE RENZI RIACCENTRA. Dalla Lega arriva un ‘no’ secco e diretto. “Se il tentativo è di riaccentrare, la guerra sarà totale”, ha dichiarato il segretario federale della Lega Nord, Matteo Salvini, al termine delle consultazioni. “Noi sfidiamo il governo a completare il processo di autonomia e di valorizzazione dei territori. Noi – ha proseguito Salvini – temiamo che ci sia la voglia di riaccentrare competenze e soldi: così non ci siamo e la Lega è dall’altra parte della barricata”. “Matteo Renzi – ha detto ancora Salvini – ci ha detto che la sua posizione sull’euro è totalmente diversa dalla nostra: questo ci rammarica. Solo la minaccia di un’uscita dall’euro ci permetterebbe di rilanciare l’economia, ma da questo punto di vista Renzi è sull’altra sponda del fiume”.
CENTRO DEMOCRATICO: RENZI E’ ULTIMA SPERANZA. I primi ad incontrarlo sono stati gli esponenti del Centro democratico, Bruno Tabacci, Pino Pisicchio e Nello Formisano. Il nuovo esecutivo, hanno detto al termone del colloquio, è “assolutamente utile per la dimensione di speranza che ha creato nel Paese e per la prospettiva di legislatura che si dà”. “Dobbiamo fare una cosa seria – ha sottolineato Tabacci – perché il paese non può aspettare. Abbiamo augurato al presidente di avere successo perché è l’ultima carta”.
MINORANZE LINGUISTICHE: ASPETTIAMO PER VALUTARE FIDUCIA. “Aspetteremo il passaggio in aula per valutare se dare la fiducia a questo governo”. Lo ha annunciato, Albert Laniece, delle Minoranze linguistiche Val d’Aosta, al termine delle consultazioni con Renzi Secondo Laniece il “colloquio è stato proficuo e abbiamo preso con molta positività il fatto che c’era anche il ministro Delrio, che ha seguito tutte le nostre questioni. Abbiamo avuto da Renzi le rassicurazioni su alcuni punti a noi cari”.
PSI: MAGGIORANZA SIA PIU’ MARCATA DI QUELLA DI LETTA. Per il partito socialista è necessario che il governo di Renzi abbia una maggioranza “più marcata” rispetto a quella dell’esecutivo guidato da Letta e che il “cronoprogramma” sia definito con certezza. Fondamentale, ha spiegato, “è l’agenda delle priorità del governo e Renzi ha riconfermato la scaletta conosciuta del Quirinale, con la partenza immediata della legge elettorale e delle riforme costituzionali”.
FDI: NOSTRA OPPOSIZIONE NON SARA’ PREGIUDIZIALE. “Valuteremo nel merito i provvedimenti. Alcune questioni hanno la nostra netta opposizione, su altre si può discutere”. Così Giorgia Meloni, di Fratelli d’Italia, al termine del colloquio con il premier incaricato. “La nostra opposizione – ha aggiunto Guido Crosetto – non sarà pregiudiziale”, ma “responsabile”. “Vedremo – ha poi spiegato Crosetto – se le forze di governo saranno in grado di portare avanti proposte su alcune delle quali anche noi abbiamo un giudizio positivo”.
SCELTA CIVICA: SUBITO PATTO COALIZIONE – “Per noi la condizione di partecipazione a questo governo è che si proceda a una condivisione immediata delle priorità tematiche per il Paese e quindi a un patto di coalizione: tutto questo dovrà avvenire nei prossimi giorni”, ha detto il segretario politico di Scelta civica, Stefania GianninI dopo essere stata a colloquio con Renzi. “Sembra che le nostre priorità coincidano con quelle presidente in carica”, ha aggiunto Giannini. “Noi crediamo che questo patrimonio di entusiasmo debba essere rafforzato da forze politiche che ci mettono la faccia: se le condizioni sono queste ci saremo con tutto il nostro impegno”, ha concluso.