Di Andrea Capello – Sochi (Russia), 17 feb. (LaPresse) – Riesce a metà il tentativo di Vladimir Luxuria di portare dentro al Parco Olimpico la sua protesta contro la legge ‘anti gay’ varata dal presidente russo Vladmir Putin. Dopo i problemi della notte scorsa, il fermo ed il successivo rilascio, l’ex parlamentare sbarca all’interno della zona dove si svolgono le gare insieme a ‘Le Iene’ per assistere alla semifinale di hockey femminile fra Canada e Svizzera. I giornalisti la attendono, gli spettatori si fermano per scattarle delle foto. Lei, vestita da Drag Queen con i colori arcobaleno e corona di fiori in testa parla a ruota libera spiegando i motivi del suo viaggio in Russia al fianco di Pio e Amedeo, inviati del programma di Italia 1.
Luxuria parla innanzitutto della sua disavventura ammorbidendo la versione data da Imma Battaglia, presidente onorario di Gay Project: “L’ho chiamata nel momento in cui ero più spaventata”. In realtà le lungaggini del suo fermo erano dovute all’attesa di un interprete. Il fermo è avvenuto a Sochi, lontano dalla zona olimpica di Adler, dove l’ex parlamentare e Le Iene facevano domande un po’ troppo ardite alle persone riguardo ai loro pareri sui gay. In particolare Luxuria aveva con sé una bandiera con la scritta ‘Gay is ok’: l’alterco è partito quando il vessillo gli è stata strappato “da due energumeni”, mentre lei ha opposto resistenza cercando di riprenderla.
Al Parco Olimpico il transgender aveva ‘picchiato duro’ su Putin e le sue leggi omofobe. “Non mi interessa che abbia abbracciato un’atleta dichiaratamente lesbica (l’olandese Wust, ndr), è come quelli che dicono che hanno amici gay – spiega – Io non ho mai pensato che le Olimpiadi andassero boicottate, anzi ben vengano se però servono a far sentire meno soli i nostri fratelli gay in questo Paese dove la libertà di espressione è un punto debole”. Luxuria, che nei giorni scorsi, aveva visitato anche un noto locale gay di Sochi ha spiegato che alcuni omossesuali russi volevano seguirla nella sua protesta ma “non lo hanno fatto perché hanno paura”.
“Qui – dice ancora – non sanno nemmeno cosa sia la bandiera arcobaleno, i bambini mi vedono come una fatina con cui farsi fotografare”. L’ex parlamentare di Rifondazione Comunista lancia anche un monito al premier in pectore Matteo Renzi: “Gli chiedo di non dimenticare i diritti civili – dice – Letta aveva detto che venendo qui avrebbe speso due parole a riguardo invece se ne è ben guardato”. Tutto sembra procedere bene fino a quando il transgender entra nella ‘Shayba Arena’ dove, viene fermata e caricata su un auto dell’organizzazione. Stessa sorte per le due ‘Iene’. I tre, nonostante fossero in possesso dei biglietti, vengono allontanati dal Parco Olimpico. L’unità di crisi della Farnesina si attiva immediatamente e risolve la situazione. I tre vengono portati in albergo e domani torneranno in Italia come persone non gradite. La loro avventura russa è finita.
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