Roma, 16 feb. (LaPresse) – C’è anche il senatore Felice Casson nell’area del disagio vissuto in queste ore da alcuni parlamentari del Pd, soprattutto a Palazzo Madama in difficoltà di fronte all’operazione che dovrebbe portare Renzi a Palazzo Chigi. “Non c’è nessuna mozione Civati. C’è una decina di parlamentari, soprattutto al Senato, che sono in difficoltà”, ha detto oggi lo stesso Civati, un tempo amico di rottamazione di Renzi, in un’intervista al quotidiano La Stampa. Il deputato del Pd poi ha precisato: “Non ho mai parlato di scissione. Ho solo segnalato – ha specificato Civati – che c’è qualcuno che la fiducia, magari, non la vota. Al momento sono solo molto a disagio”, visto che “la maggioranza – ha sottolineato Civati – è la stessa di prima, con la differenza che durerà quattro anni”. Casson, ex magistrato, membro della commissione Giustizia del Senato e della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari, indicato come ‘civatiano’, invece, non parla di numeri, né di conteggi, utili a quantificare la dimensione del disagio interno ai Dem sulla staffetta che dovrebbe portare il sindaco di Firenze a fare il premier e a capire se si tratta di un numero che potrebbe pesare per la tenuta della maggioranza. Intervistato da LaPresse, alla domanda su quanti potrebbero essere i parlamentari, in particolare i senatori, del Pd, intenzionati a non votare la fiducia a Renzi, Casson risponde: “Non ho fatto conti di questo tipo. Ribadisco ciò che riguarda me, non posso parlare per gli altri: è a loro che va posta la domanda, non a me”. Anche per Casson il disagio deriva prima di tutto dal fatto che per il nuovo esecutivo si sta parlando di “una coalizione che dovrebbe arrivare fino al 2018 e che comprende la destra”. Ma per il politico Dem, ex magistrato, questo tipo di coalizione “aveva senso per un esecutivo di emergenza e non per un governo con un orizzonte temporale di altri 4 anni, cosa questa – evidenzia Casson – che rappresenta un cambio di linea politica” del partito. La possibilità o meno di un no alla fiducia a un esecutivo targato Renzi per Casson dipende dal fatto “se non mi ritroverò nei contenuti e nei metodi”. “Bisogna vedere – dice – su punti dirimenti come lavoro, sicurezza, giustizia, legalità, conflitto di interessi, ius soli quale sarà la posizione del nuovo governo”. “Comunque è un discorso prematuro – tiene a precisare Casson -. Il problema non si pone ancora, il Presidente della Repubblica non ha ancora dato l’incarico e ci sono ancora i programmi da fare”. Su un possibile rischio scissione nel Pd, proveniente da posizioni come quella di Civati, ieri sera, al programma ‘Otto e mezzo’ su La7, il capogruppo del Partio democratico al Senato, Luigi Zanda ha detto “non lo temiamo, io credo che non farà la scissione”. Anche per Casson, nel partito guidato da Renzi, “non c’è un problema di scissione, ma di divisione”. “Vedremo al momento della discussione – conclude il senatore Casson -. Ci sono sempre margini e spazi in politica”.