Roma, 11 feb. (LaPresse) – “Il ritorno del ministro Mauro e dell’inviato speciale De Mistura” dall’India “porterà adesso a una valutazione collettiva del Governo. La cosa che ci pare indispensabile è l’accrescere delle pressioni internazionali, che abbiamo costruito con grande lavoro e che non sono scontate”. Così il il ministro degli Esteri Emma Bonino, davanti alle Commissioni riunite Affari esteri e Difesa di Camera e Senato, presso la Sala del Mappamondo, in un’audizione sui marò.
“L’utilizzo della legge antiterrorismo” nel giudicare i due fucilieri italiani, ha aggiunto la Bonino, “mette in discussione lo stesso impianto della lotta alla pirateria. Questo mette in discussione l’intera partecipazione all’intero sforzo anti-pirateria. E’ in discussione un’intera politica, avviata negli ultimi anni”. “I nostri marò non sono né terroristi né pirati: svolgevano un incarico a nome del governo italiano”, ha sottolineato la titolare della Farnesina che ha ricordato le prese di posizione del presidente della Commissione Ue José Manuel Barroso e quella dell’Alto rappresentate Catherine Ashton: “Sono strumenti importanti – ha aggiunto – da usare, perché si è chiarito anche agli altri Stati membri che lo stesso utilizzo della legge antiterrorismo mette in discussione l’intero impianto della lotta alla pirateria”.
Il portavoce del Ministero degli Affari Esteri indiano, Syed Akbaruddin, ha fatto sapere che i marò saranno processati secondo le leggi indiane, anche se l’Italia non è felice che l’India si avvalga dell’uso della propria legge anti-pirateria nel processo a carico dei due militari. Il portavoce ha specificato che le leggi indiane prevarranno nonostante la forte opposizione da parte del governo italiano. L’India ha escluso la possibilità di una pena di morte, ma i marines rischiano fino a 10 anni di carcere.