Bruxelles (Belgio), 3 feb. (LaPresse) – La Commissione europea ha pubblicato oggi il primo report anti-corruzione, nel quale esamina Paese per Paese in che modo la corruzione colpisca tutti i 28 Stati membri. L’Ue stima che complessivamente ogni anno la corruzione costa alle economie europee 120 miliardi di dollari e usa parole molto dure per l’Italia, che da sola contribuisce a metà di questo ammontare. Secondo il documento, infatti, l’impatto della corruzione in Italia ammonta a 60 miliardi di euro all’anno, pari a circa il 4% del Pil.
Secondo quanto ha illustrato la commissaria europea per gli Affari interni della Commissione, Cecilia Malmstrom, “gli Stati membri hanno fatto molto negli ultimi anni per combattere la corruzione, ma la relazione di oggi mostra che non è affatto abbastanza”. E questa considerazione vale anche per l’Italia. “Gli sforzi profusi dall’Italia sono notevoli ma la corruzione rimane un fenomeno preoccupante”, afferma la Commissione Ue.
Bruxelles ritiene che la nuova legge anti-corruzione e il successivo decreto legislativo sull’incandidabilità adottato dall’Italia alla fine del 2012 costituiscono “un passo positivo” e ricorda che le norme sull’incandidabilità sono state applicate nel caso dell’esclusione dal Senato di un ex primo ministro e membro del Parlamento condannato per evasione fiscale. Tuttavia sottolinea che la legge anti-corruzione approvata a novembre “lascia irrisolte alcune questioni” perché non introduce nuove regole “su falso in bilancio, autoriciclaggio” e “voto di scambio”.
La Commissione Ue suggerisce inoltre a Roma in modo secco di “astenersi dall’approvazione di leggi ad personam” sottolineando che i tentativi di “stabilire una cornice legale che garantisca processi efficaci” in Italia “sono stati ostacolati in diverse occasioni” dall’approvazione o dalla tentata approvazione da parte del Parlamento di “leggi ad personam che favorivano politici che erano anche imputati in procedimenti penali”.
Infine una critica relativa ai “rapporti fra politici, criminalità organizzata e imprese, insieme al livello di integrità di autorità elette e funzionari nominati”, che per Bruxelles “sono tra le preoccupazioni più presenti in Italia oggi, come mostra il numero di indagini e casi di corruzione, sia a livello nazionale, sia a livello regionale”.
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