Roma, 22 gen. (LaPresse) – Non ci sono sorprese, rispetto a quanto annunciato da Renzi e Berlusconi nei giorni scorsi, nel testo base della legge elettorale che è stato depositato in Commissione Affari Costituzionali della Camera. Un testo sottoscritto, oltre che da Forza Italia e Partito democratico, anche dal Nuovo centrodestra proprio perché non contiene la cosiddetta norma ‘Salva Lega’ (una clausola che doveva abbassare la soglia di sbarramento del 5% per permettere al Carroccio di entrare in Parlamento alle prossime elezioni), condizione che aveva portato Ncd in un primo momento a non sottoscriverlo. Tra i punti chiave ci sono il premio di maggioranza al 18%, l’obbligo del 50% di donne in lista e il blocco delle candidature multiple.
IL PREMIO DI MAGGIORANZA. Nel testo base sulla riforma della legge elettorale, depositato in commissione Affari costituzionali della Camera, viene confermato che “una lista o una coalizione di liste abbia conseguito un numero di voti validi pari almeno al 35% del totale nazionale” otterrà un premio di maggioranza, fissato al massimo del 18%. E’ quanto si legge nell’articolato sottoscritto da Forza Italia, Partito democratico e Nuovo centrodestra. In totale quindi il vincitore otterrà 340 seggi alla Camera. In caso nessuno ottenga il 35% si andrà al ballottaggio.
LE QUOTE ROSA. “A pena di inammissibilità nel complesso delle candidature circoscrizionali di ciascuna lista nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura superiore al 50 per cento con arrotondamento all’unità inferiore e nella successione interna delle liste nei collegi plurinominali non possono esservi più di due candidati consecutivi del medesimo genere”. E’ quanto si legge nel testo base presentato oggi in commissione Affari costituzionali della Camera.
STOP ALLE CANDIDATURE MULTIPLE. “Nessun candidato può essere incluso in liste con il medesimo contrassegno o con diversi contrassegni in più di un collegio plurinominale”. E’ quanto si legge nell’articolato sottoscritto da Forza Italia, Partito democratico e Nuovo centrodestra e presentato oggi in commissione Affari costituzionali. Inoltre, in caso di ballottaggio, “fra il primo turno di votazione e il ballottaggio non sono consentiti ulteriori apparentamenti fra liste o coalizioni di liste presentate al primo turno con le due liste o coalizioni di liste che hanno accesso al ballottaggio medesimo”.
LE SOGLIE DI SBARRAMENTO. Confermate le soglie di sbarramento del 12 % per le coalizioni (con soglia interna del 5%) e all’8% per le liste che corrono da sole. E’ quanto si legge nel testo base presentato oggi in commissione Affari costituzionali della Camera. Inoltre, per quanto riguarda il rischio paventto da alcuni che chi vince superi i 340 seggi con il premio di maggioranza, si legge: “Qualora la coalizione di liste o la singola lista che ha ottenuto la maggiore cifra elettorale nazionale abbia conseguito più di 340 seggi in seguito all’attribuzione del premio di maggioranza, ad essa viene sottratto il numero di seggi necessario per raggiungere tale consistenza. In tale caso l’Ufficio assegna 340 seggi alla suddetta coalizione di liste o singola lista e ripartisce proporzionalmente i restanti 277 seggi tra le altre coalizioni di liste”.
LA NASCITA DEL TESTO BASE. La giornata è stata dominata dal giallo in commissione sul provvedimento, che doveva essere prima depositato alle 14, limite slittato poi alle 15, “perché serviva più tempo per scriverlo”, infine a questa sera al termine dei lavori dell’aula di Montecitorio. Terminati i lavori dell’aula, però, il testo base ancora non c’era e i lavori della commissione non potevano partire. Formalmente a scrivere il testo dovrebbe essere il relatore, ma pare che la stesura sia stata fatta dal Pd.
Un Pd ancora una volta spaccato, proprio sul ‘salva Lega’. A mettere i bastoni tra le ruote ai renziani, disponibili a una apertura al Carroccio, sarebbero stati i fedelissimi dell’ex segretario del Pd, Pierluigi Bersani, e di Massimo D’Alema. “Non vedo la ragione per cui il Pd dovrebbe dire di sì a una eredità del Porcellum”, ha commentato Francesco Sanna, democratico e componente della commissione Affari costituzionali di Montecitorio. “Perché – ha aggiunto – dovremmo mettere una clausola per tre regioni visto che la Padania non esiste?”.
A mettere fine alla questione è stato lo stesso segretario della Lega, Matteo Salvini, che in una nota ha chiarito: “La Lega non ha bisogno di ‘aiutini’ o leggi elettorali fatte su misura: il consenso lo chiediamo ai cittadini, alla luce del sole, non con accordi o accordini ‘salva Lega’”.