L’Aquila, 11 gen. (LaPresse) – “Poco fa mi ha telefonato un alto funzionario per dirmi di non farlo, avete già capito quello che sto per fare”. Nel corso di una conferenza stampa, convocata in fretta nel pomeriggio, il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, ha annunciato le sue dimissioni. “Me ne vado – ha detto – è giusto così. Ce l’avete fatta, me ne vado per un avviso di garanzia mandato nemmeno a me, ma al mio vice. Pago io per tutti, non è possibile continuare in questo modo”.
L’8 gennaio quattro persone sono finite ai domiciliari e altre quattro sono state indagate nell’ambito di un’inchiesta legata ai lavori di ricostruzione post-terremoto. Tra queste anche il vicesindaco Roberto Riga, che si è dimesso, accusato di corruzione: avrebbe ricevuto una mazzetta da 10mila euro in contanti per favorire una società, la Steda spa, nell’attribuzione degli appalti. Nei guai, tra gli altri, anche Vladimiro Placidi, 57 anni, assessore comunale alla Ricostruzione dei beni culturali dopo il terremoto. “Mi sento profondamente tradito”, aveva detto a caldo il sindaco, invitando la magistratura “ad andare fino in fondo”.
Le dimissioni arrivano in un momento in cui, oltre alla vicenda delle tangenti, un altro peso si è aggiunto sulle spalle di Cialente. Secondo alcuni organi di informazione, la cognata del primo cittadino, Tiziana Ussorio, avrebbe ottenuto rimborsi per la casa persa nel terremoto decisamente superiori rispetto al prezzo dell’immobile. Una vicenda sulla quale l’avvocatura del comune si era già espressa ieri. In nessun modo – aveva detto il legale Domenico De Nardis – il rapporto di affinità con il sindaco Cialente ha determinato favoritismi o riguardi per la signoraa Ussorio, nè in sede amministrativa, per quanto risulta dall’ biettivo esame dei fatti, nè, tantomeno, in sede giudiziaria”.