Roma, 27 dic. (LaPresse) – “Tra gli impegni prioritari del governo per il prossimo anno c’è l’obbligo di garantire detenzioni carcerarie più umane poichè tra gli obblighi che Bruxelles ci impone è che il detenuto possa avere gli strumenti per potere scontare la pena in modo da emendarsi, di formarsi e trovare un lavoro”. Così il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri intervenuta questa mattina su Rai Radio 1 nella trasmissione ‘Prima di Tutto’. “Noi siamo già molto avanti sulle riforme sociali e sul modello di detenzione del detenuto”, ha proseguito il ministro, che entro i primi sei mesi del 2014 prevede “il completamento dei provvedimenti che riguardano il trattamento, la qualità della vita, le ore di aria e la possibilità di fare anche attività: nel carcere abbiamo ampliato perché questi valori c’erano ma erano minimi invece noi li abbiamo portati alla quasi totalità dei detenuti. La grande sfida è il lavoro. Il lavoro e la formazione. Su questo un grandissimo cambiamento è già avviato, io sono già stata a Strasburgo e sono molto soddisfatta di quello che stiamo facendo”.
Sul cosidetto ‘decreto svuota carceri’ il ministro Cancellieri ha puntualizzato che “in realtà non è un provvedimento che svuota le carceri. Piuttosto un alleggerimento che colpisce come un bisturi due settori particolari e li colpisce in un senso assolutamente umanitario. Mi riferisco alla possibilità di chi è tossico dipendente di usufruire di cure di disintossicazione con più facilità di quanto non fosse stato fin’ora e degli extra comunitari che potranno con maggiore facilità essere ricondotti al loro paese di provenienza”.
Tra le novità che troveranno compimento nel prossimo anno spicca l’istituzione del garante nazionale dei diritti dei detenuti, provvedimento accolto con favore nel mondo carcerario. “Era attesa da anni nei diversi disegni di legge e e questo da la possibilità, a chi non ne ha, di farsi sentire – ha commentato Cancellieri – è una cosa che da ai detenuti una voce in più e la possibilità di esprimere il proprio disagio, la loro sofferenza”.