Roma, 21 dic. (LaPresse) – E’ necessario “cambiare profondamente le condizioni delle carceri in Italia costituisce non solo un imperativo giuridico e politico, imposto sia dalla Convenzione europea sia dalla nostra Carta costituzionale, ma anche e soprattutto un dovere morale”. E’ questo il contenuto del messaggio inviato dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione della III Marcia per l’amnistia, la giustizia e la libertà, organizzata dai Radicali italiani. Napolitano ha inviato il suo messaggio alla segretaria nazionale, Rita Bernardini, un messaggio in cui esprime apprezzamento “per l’iniziativa che intende riproporre all’attenzione dell’opinione pubblica, con una larga partecipazione del mondo cattolico e del volontariato, temi tradizionali delle vostre battaglie, dei quali ho più volte sottolineato l’importanza e l’urgenza”.
“Di recente, il 7 ottobre scorso – ha scritto ancora Napolitano – ho inviato un messaggio alle Camere e vi ringrazio di averlo posto al centro della manifestazione. In quel testo, come è noto, ho affrontato la drammatica questione carceraria partendo dal fatto di eccezionale rilievo costituito dal severo pronunciamento con il quale nel gennaio scorso la Corte europea dei diritti dell’uomo ha messo in mora il nostro paese, dopo aver giudicato già quattro anni fa la situazione delle nostre carceri incompatibile con l’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo”. “Se lo Stato deve farsi carico della sicurezza dei cittadini e delle sacrosante aspettative di giustizia delle vittime dei reati – ha scritto ancora Napoitano – ciò non deve esimere dal dovere di far sì che i luoghi di detenzione non umilino la dignità delle persone e corrispondano alla funzione rieducativa della pena”.
“Ho quindi indicato una molteplicità di possibili interventi legislativi e amministrativi nonché – sottolinea il capo dello Stato – data l’urgenza di ottenere in tempi brevi, entro il prossimo 18 maggio come richiesto dalla Corte, sostanziali riduzioni del sovraffollamento delle carceri, la possibilità di accompagnare tali interventi con provvedimenti di clemenza generale, che avrebbero altresì l’effetto di accelerare i tempi di amministrazione della giustizia, anch’essi attualmente incompatibili con i principi della richiamata Convenzione europea e con l’art. 111 della nostra Costituzione. Resta ovviamente fermo che spetta al Parlamento, eventualmente sentendo il Governo, assumersi la responsabilità di ritenere essenziale o non essenziale, ai fini del rispetto delle indicazioni della Corte di Strasburgo, l’adozione delle ipotizzate misure di clemenza, anche alla luce – ha concluso Napolitano – delle misure che saranno state eventualmente adottate nel frattempo”.
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